Bruxelles – Il divorzio tra Regno Unito e Unione europea? I britannici non sono disposti a scommetterci dei soldi. Se per giornali come “The Times”, “The Daily Telegraph” e “The Guardian” la popolazione del Regno Unito è schierata a favore della Brexit, anche se con percentuali diverse nei vari sondaggi, invece Unibet, società che opera nel mercato delle scommesse online, riporta un diverso allineamento, con il Remain in testa rispetto al Leave, rispettivamente il 60% contro 40% circa. Il professor Williams Leighton Vaugh, della Nottingham Trent University, durante un incontro organizzato da “Essa”, associazione che lotta contro la corruzione nel mercato delle scommesse, ha illustrato i risultati di alcuni studi comparativi che mostrano che le scommesse appunto sarebbero più affidabili dei sondaggi nel prevedere le intenzioni dei cittadini, soprattutto quando l’evento da prevedere è più vicino.
Il professore ha però precisato alcuni ‘caveat’: non bisogna credere che i mercati delle scommesse siano “sfere di cristallo” e che ci raccontino quale sarà il futuro ma “ci dicono quale sarà il probabile futuro. E in questo sono il mezzo migliore per farlo”. Ed ha precisato: “Mentre il fronte remain è attualmente il favorito, posso venire fuori nuove informazioni nei prossimi giorni che cambieranno il mercato. Una settimana è un lungo tempo in politica”. Il motivo per cui i mercati delle scommesse sono meno favorevoli all’ipotesi della Brexit, rispetto alla media dei sondaggi, è legato agli scommettitori più ‘intellettuali’ e abili, che valutano l’intero mercato delle scommesse e il suo andamento nel tempo, non credono ai sondaggi o danno più peso ad un certo tipo (per esempio quelli telefonici) e si creano una visione di insieme più accurata. Gli incentivi a prendere in considerazione tutti i fattori e le sfumature sono certamente maggiori quando si mettono in gioco i propri soldi.
Secondo Leighton Vaugh esistono molti motivi a favore dell’accuratezza del futuro prospettato dai mercati del gambling: per esempio bisogna valutare che gli incentivi a rispondere la verità ad un sondaggio sono molto pochi, diversamente da quando si scommettono i propri guadagni. In questo caso le persone tendono a riflettere maggiormente sulla loro scelta, usando il maggior numero di informazioni possibili. Inoltre le persone che hanno maggiori conoscenze e sono più capaci di rielaborarle tendono a scommettere di più, ottenendo così un maggior peso nel mondo delle scommesse. Bisogna anche contare che più alte sono le cifre coinvolte, più i mercati tendono ad essere efficienti ed accurati (per la Brexit, che risulta essere uno dei più rilevanti eventi nel gambling sector, si stima un mercato di 32 milioni di sterline attualmente, che potrebbe raggiungere i 35 milioni per il 23 giugno). Per di più i sondaggi sono ‘istantanee’ delle opinioni mentre i betting markets riguardano la previsione di un evento futuro, che risultano essere maggiormente accurate quanto più i costi di transazione sono bassi e quanto più facile è accedere alle informazioni, permettendo una migliore traduzione dei dati di oggi in aspettative future.
Il professore ha anche indicato alcuni elementi che potrebbero aiutare il remain negli ultimi giorni di campagna contro la Brexit, come una grossa spinta da parte del Labour party verso i propri elettori a favore dell’Unione europea, oppure clamorose dichiarazioni che possano convincere i leave più deboli ad abbandonare la loro posizione e infine un cambiamento di opinione da parte dei più importanti giornali che fino ad ora si sono schierati per abbandonare l’Ue. Se le scommesse avranno la meglio, non sarà la prima volta che questi mercati sono riusciti a predire il futuro ‘più accurato’: per le elezioni presidenziali americane del 2008 l’azienda di scommesse Betfair è riuscita a predire il risultato in 49 Stati su 50. In Irlanda invece, nel 2015, i sondaggi finali relativi al referendum sui matrimoni omosessuali proiettavano il 70% degli irlandesi per il si e il 30% per il no, mentre i mercati di scommesse, rispettivamente, 60% e 40%. I risultati finali sono stati molto più vicini all’ipotesi prospettata dalle scommesse, con il 62% della popolazione a favore e il 38% contrario.