Bruxelles – Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea, alla fine del suo mandato sarà ricordato come l’uomo che ha permesso all’Unione di superare la crisi. E’ quello che auspica Martin Selmayr, il suo capo di gabinetto, un giovane tedesco che ha scommesso sul democristiano lussemburghese sin dall’inizio della campagna elettorale del 2014.
“Il presidente Juncker dovrebbe essere ricordato, spero che sia ricordato per aver superato la crisi, aver saputo utilizzare questa ultima possibilità che era rimasta alla Commissione per cambiare le cose in un senso positivo”, ha detto Selmayr in un’intervista concessa ad direttore di E!Sharp Paul Adamson. “certo -ammette il capo dello staff del presidente – Juncker non può fare tutto da solo, deve lavorare anche con il presidente del Parlamento e quello del Consiglio. Questo non è il tempo di accentuare le crisi, ma di lavorare insieme”.
Selmayr ha poi un pensiero anche per come spera che il personale della Commissione ricorderà Juncker, “come l’uomo che ha restaurato l’orgoglio della Commissione, mostrando anche una faccia umana. Lui saluta tutti, conosce i nomi di tutti… In lui non c’è solo un presidente, c’è anche un essere umano, una dimensione umana. Ma manca ancora molto tempo – conclude sul punto Selmayr – , siamo solo a 18 mesi di mandato”.
Il capo di gabinetto nella lunga intervista ha rivendicato alcune scelte di questa Commissione, come l’aver ridotto le iniziative legislative “solo ai temi che contano, quelli che possono riportare l’Unione a come era prima della crisi”. Ammette Selmayr che l’Ue sta vivendo “una crisi esistenziale” e sul superamento di questo momento la Commissione si è concentrata. “Ad esempio la crisi dei rifugiati è un tema importante – spiega Selmayr -, certamente più importante che dedicarsi a regolare le cuffie per la doccia”. Le priorità, spiega “ora sono top-down, Juncker ha fatto una campagna elettorale, l’ha vinta, e dunque il programma di questo esecutivo rispecchia quelle posizioni”. E dunque anche la Commissione si è strutturata, spiega il funzionario tedesco, per rispondere a queste priorità, “si lavora secondo gruppi di commissari trasversali creati sui progetti, che si confrontano e sotto lo stimolo, la guida, il coordinamento dei vice presidenti responsabili delle singole aree arrivano a una proposta”. Secondo Selmayr il Parlamento ancora non si è dato un sistema di lavoro che rispecchi questa novità, “ma vedo che alcuni lo stanno facendo, spero che dal prossimo anno anche loro abbiamo un sistema di lavoro simile al nostro”.