Roma – “L’Europa non sta rispettando i suoi obblighi internazionali di difesa dei rifugiati”. È la denuncia dei sindacati europei, riuniti oggi a Roma per presentare le proprie proposte all’Ue e ai paesi membri in tema di immigrazione (qui il documento), a partire dalla richiesta di “abbandonare l’accordo Ue-Turchia per un piano d’azione comune sui rifugiati”. Le organizzazioni dei lavoratori, riunite nella Confederazione europea dei sindacati (Ces), ritengono infatti che “gli Stati membri non possono pagare per sottrarsi ai loro obblighi internazionali”.
La Ces guarda “con interesse il ‘migration compact’ proposto dal governo italiano” ai partner europei, e chiede di “porre fine a tutte le misure che mettono a repentaglio la dignità umana, i diritti o l’integrità fisica degli esseri umani”. Allo stesso modo bisogna porre rimedio alle “condizioni disumane di detenzione negli hotspot e alle reiterate violazioni del diritto” dei rifugiati a veder prese in considerazione le richieste di asilo.
La difesa del Trattato di Schengen sulla libera circolazione e l’invito ad applicare finalmente la politica di ricollocamento dei rifugiati – rimasta finora sostanzialmente inapplicata, visto che “su 160.000 rifugiati che dovevano essere trasferiti dalla Grecia e dall’Italia verso altri paesi dell’Ue, solo 1.500 si sono spostati altrove, denuncia la Ces – sono altre delle richieste avanzate nel documento presentato oggi.
Sulla materia di più stretta competenza del sindacato, il lavoro, le organizzazioni chiedono di garantire l’integrazione dei rifugiati, attraverso un’analisi delle loro competenze e degli interventi volti a migliorarle e dunque a facilitare l’ingresso nel mercato lavorativo. Inoltre, si legge nella dichiarazione, bisogna “mettere fine alle politiche di austerità che hanno reso ancora più difficili le condizioni nei paesi di arrivo”, e dunque vanno promossi “investimenti in grado di incentivare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro di qualità a vantaggio di tutti”.
Proprio l’idea di considerare i richiedenti asilo al pari dei cittadini europei sta alla base delle richieste. “I rifugiati possono portare un importante contributo all’economia e al welfare dell’Europa”, ha dichiarato il segretario generale Ces, Luca Visentini, “ma serve la parità di trattamento”, perché “non ci possono essere lo sfruttamento e condizioni diseguali tra lavoratori” locali e rifugiati.
Sulla necessità di integrazione concorda l’Alta rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, che in un messaggio inviato per l’occasione ha definito “non casuale” la scelta della Commissione europea di adottare il nuovo Piano d’azione sull’integrazione e una riforma della Blue Card (il permesso di lavoro nell’Ue) in contemporanea con la presentazione del nuovo approccio sulle partnership con l’Africa che recepisce il migration compact italiano.
“Su molti dei temi dovremo lavorare insieme”, ha indicato Mogherini ai sindacati, “per assicurare che la migrazione non si trasformi in lavoro nero”, e che “gli stessi diritti per i quali abbiamo combattuto duramente in Europa siano ancora presenti: per noi e per i nostri colleghi nuovi arrivati”.