Roma – Uscire dall’Unione europea porterebbe a una maggiore austerità nel Regno unito. Può sembrare un paradosso a quanti, in Europa e non solo, imputano proprio all’Ue la responsabilità di voler imporre una gestione troppo rigorosa dei conti pubblici, ma per il cancelliere dello scacchiere (l’equivalente del nostro ministro delle Finanze) George Osborne è quello che succederebbe se il 23 giugno vincesse il ‘leave’ nel referendum sulla Brexit.
“Lasciare l’Unione europea avrebbe un impatto sugli investimenti, colpirebbe le famiglie e danneggerebbe l’economia britannica”, ha dichiarato l’esponente del governo Cameron, ricalcando il principale argomento della campagna anti-Brexit. “Avrei la responsabilità di tentare di recuperare la stabilità delle finanze pubbliche”, spiega Osborne, “e questo significherebbe un budget d’emergenza nel quale dovremmo aumentare le tasse e ridurre la spesa”. In particolare, ha indicato, a subire tagli sarebbero istruzione, sanità e difesa, per coprire un buco stimato in 30 miliardi di sterline, circa 38 miliardi di euro.
A sostenere la tesi del conservatore Osborne c’è anche Alistair Darling, esponente del partito laburista che ha ricoperto il ruolo di cancelliere dello scacchiere nel governo di Gordon Brown, l’esecutivo che ha gestito lo scoppio della crisi economico finanziaria. “Sono più preoccupato adesso di quanto non lo fossi nel 2008”, ha dichiarato Darling. Una conferma che, di fronte alla scelta sulla permanenza del Regno unito nell’Ue, il partito di Jeremy Corbyn ha temporaneamente messo da parte le ostilità verso il premier tory David Cameron e ne sostiene la battaglia per il ‘remain’.