Lamont, chi era costui?
Il primo a parlare di Brexit nei Tories. Era il il 1994, racconta il Guardian, e Lamont durante una conferenza organizzata a Bournemouth contro l’ondata pro-integrazione europea disse: “Un giorno si potrebbe considerare l’idea di ritirarsi. Di recente si è detto che l’opzione di uscita dalla Comunità è impensabile, ma ritengo che quest’atteggiamento sia piuttosto semplicistico.” Un longreading su come l’idea della Brexit sia sempre stata parte del DNA conservatore, e che sia riuscita solo ora ad emergere grande al contesto favorevole.
Gli schieramenti giornalistici
Come si posizionano i giornali britannici riguardo alla possibilità di una Brexit? Il Times sembra l’unico a mantenere una posizione neutra secondo Le Monde, mentre si delineano schieramenti composti da Daily Mirror, Guardian e Financial Times da una parte, opposti al Sun, Daily Express, Daily Mail. I loro fronti? Basti pensare al titolo in prima pagina di ieri sul sun: “BeLeave in Britain”
Il voto di Mary Shelley
El País affronta un viaggio affascinante nella vita di Mary Shelley, creatrice di Frankenstein e moglie di Percy Bysshe Shelley, e la pone indiscutibilmente come componente del fronte del Remain: una londinese dall’animo squisitamente europeo, come dimostrato da questo excursus politico-letterario nella vita europea di una britannica doc.
No UE, no (Swiss) party
Secondo lo Spiegel Online, il Regno Unito non avrà la possibilità di implementare il modello svizzero in caso di Brexit: i Brexiteers sostengono che gli esempi da seguire siano Norvegia e Svizzera, parte dell’Ue sia economicamente che militarmente, ma senza le leggi e la burocrazia di Bruxelles – ma nessuno dei due esempi è anche minimamente realistici per l’UK.
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