Bruxelles – L’accordo sul Ceta, il trattato di libero scambio tra Europa e Canada, deve passare al vaglio di tutti i Parlamenti nazionali dei Paesi membri dell’Ue. Su internet è stata lanciata una petizione, che ha già raggiunto 2.100 firme, per chiedere al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e al governo italiano di fare dietro front sulla richiesta che l’accordo con il Canada venga approvato solo a livello Ue, da Consiglio e Parlamento, senza passare per le Camere nazionali. La richiesta del ministro, già criticata anche da Greenpeace, è arrivata prima con delle dichiarazioni alla stampa e poi anche con una lettera alla commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmström.
“Dopo il Ttip, anche il Ceta sta avvenendo sopra le nostre teste, senza discussione nei parlamenti nazionali – afferma Vittorio Longhi, fondatore di Progressi, il sito che ha lanciato la petizione – Questo accordo inciderà sulla nostra economia e sul lavoro degli italiani, perciò dobbiamo pretendere che qualsiasi decisione avvenga in modo trasparente e nel pieno rispetto dei principi di partecipazione democratica”.
“Esattamente come nel caso del Ttip – l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti – l’accordo col Canada mette a rischio le piccole e medie imprese a favore delle grandi multinazionali”, si legge in un comunicato di Progressi che condanna il fatto che il Ceta “prevede una forma di arbitrato esclusivo per la risoluzione di controversie che indebolirebbe ulteriormente la capacità degli Stati di difendere i propri cittadini e il territorio”.