Roma – Il trattato commerciale tra Unione europea e Canada (Ceta) è stato chiuso lo scorso anno, tuttavia “non riusciamo ad approvare quell’accordo, perché gli Stati membri sostengono che non ha competenza l’Ue ma deve essere approvato dai Parlamenti nazionali”. Lo sottolinea da Firenze il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, stigmatizzando lo stallo e annunciando di aver “rotto il consenso” sulla volontà di lasciare la parola ai legislatori nazionali per la ratifica del Ceta.
“Ho scritto alla Commissione europea dicendo che l’Europa deve avere il potere di firmarlo da sola, passando attraverso il Consiglio e il Parlamento europeo per i controlli democratici, ma deve andare avanti. Non possiamo attendere anni”, ha tuonato l’esponente dell’esecutivo.
Calenda ritiene che il Ceta non sia “un accordo controverso come il Ttip”, il trattato sul commercio e gli investimenti ancora in fase negoziale tra Stati uniti e Unione europea. Nell’intesa raggiunta con il Canada “c’è la protezione delle Igp, l’abbattimento dei dazi e l’e-procurement”, ricorda il ministro, secondo il quale il Ceta è dunque “un accordo equilibrato” e andrebbe ratificato nel più breve tempo possibile.
Come ha scritto qualche giorno fa sul proprio profilo Twitter, Calenda è convinto che, a differenza del Ttip, il trattato Ue-Canada non sia di tipo misto.
Il TTIP è sicuramente misto Il CETA no. UE deve avere mandato chiaro su trade altrimenti viene – forza e credibilità https://t.co/udsnZLgA6p
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) June 10, 2016
Sulla base del Trattato di Lisbona, per ratificare un trattato misto – cioè riguardante non solo materie di competenza esclusiva dell’Ue – oltre all’approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento europei serve il voto delle Assemblee legislative nazionali, un passaggio che Calenda non ritiene necessario per il Ceta.