Angela Merkel oggi è in Cina. E’ la nona volta che ci va da quando è cancelliera. E’ un gran lavoro che sta facendo per le imprese del suo Paese, in un grande mercato ricco di opportunità. Con le sue controparti ha parlato anche a nome delle industrie europee in generale, per cercare di rompere le limitazioni che le autorità cinesi impongono.
E’ certamente una buona cosa, il suo contributo può essere molto importante. C’è però un rischio: che l’Europa debba allinearsi dietro le esigenze tedesche, che certamente, è il suo lavoro farlo, Merkel terrà primariamente in conto. E lo farà anche su molti altri aspetti della politica commerciale ed estera. Questo problema esiste da tempo, la forza economica tedesca è indiscutibile e spesso determina conseguenze per tutti gli altri partner. Anche in politica estera Berlino sta assumendo un ruolo sempre più di primo piano, mentre sta crescendo anche nella politica della difesa, nella quale per decenni si è invece tenuta in seconda fila.
Ora, non è che la politica estera, commerciale e di difesa della Gran Bretagna sia proprio quella che molti partner europei desiderano, ma è stata un contraltare a quella tedesca. Se sarà Brexit questo ruolo Londra lo perderà, lasciando praterie all’iniziativa tedesca. Gli elettori britannici sceglieranno che posizione avere rispetto all’Europa e al Mondo, lo faranno il 23 giugno. I sondaggi sono molto incerti. La questione è che questo voto ci riguarda molto anche a noi che non possiamo votare. Un’uscita della Gran Bretagna, tra le migliaia di effetti che avrà, avrà anche questo, di offrire alla Germania un piedistallo sgombro da altri “influencer”.
Londra si è tenuta fuori da moltissime politiche dell’Unione, le più evidenti sono il Trattato di Schengen e la moneta unica, ma è stata in questi oltre quaranta anni di partecipazione all’Ue uno dei grandi Paesi che hanno contribuito ad elaborare le politiche comuni. Le fasi storiche sono state diverse, ci sono stati anni nei quali anche la Francia ha avuto un ruolo importante, l’ha avuto, e lo sta in parte recuperando l’Italia. Anche la Spagna ha avuto il suo peso. Insomma, c’è sempre stato in Europa un equilibrio, pur variabile, tra i grandi Paesi membri che ora, in questi anni, rischia di saltare. Se la Gran Bretagna uscirà a lei mancherà la sponda di altri 27 Paesi, ma a questi 27 mancherà una sponda importante per equilibrare il peso indiscutibile che la Germania potrà esercitare. Chi teme “l’egemonia tedesca” deve dunque temere la Brexit, che proprio a Berlino conferirebbe un ruolo che tanti, già ora, contestano.