Roma – “Al di là dei risultati del referendum” sulla Brexit, che il prossimo 23 giugno chiamerà i britannici a scegliere se restare o meno nell’Ue, l’Unione europea deve “ripensare la governance” delle proprie istituzioni. Ne è convinto David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo, che lo ha spiegato nel corso del suo intervento a un dibattito organizzato a Roma dall’Istituto affari internazionali in collaborazione con l’Università per l’Europa e l’associazione culturale Via Cassiodoro.
L’europarlamentare socialista è stato molto critico sull’accordo per la permanenza di Londra nell’Ue. “L’intesa raggiunta in sede di Consiglio europeo è quanto meno discutibile”, per Sassoli. Il negoziato con cui si è arrivati all’accordo è stato tenuto “tutto riservato, tutto segreto”, ha denunciato l’esponente del Pd, “come se il destino del rapporto tra la Gran Bretagna e l’Unione europea non fosse da rendere pubblico”.
Il vicepresidente dell’Europarlamento si augura che i sudditi di Elisabetta II scelgano di restare nell’Unione europea, ma se l’Ue “continua a replicare questi schemi” che hanno portato all’intesa col premier Cameron, “rischia di trovarsi in condizioni fallimentari”, è la denuncia di Sassoli.