Bruxelles – Basta con le sanzioni europee nei confronti della Russia, non solo per interessi economici, ma soprattutto per la sicurezza dei cittadini europei, visto che Mosca può essere un partner chiave nella lotta al terrorismo. È questo il messaggio al centro di una lettera aperta firmata da dodici eurodeputati, in maggioranza appartenenti al Partito popolare europeo (con l’eccezione di un socialista maltese e di un liberale sloveno). La missiva, partita su iniziativa della francese, Rachida Dati e dell’italiano, Stefano Maullu (Forza Italia) e firmata anche dagli italiani Elisabetta Gardini e Aldo Patriciello, arriva a poche settimane dalla decisione che si dovrà prendere sul prolungamento delle sanzioni economiche nei confronti di Mosca, che arriveranno a scadenza alla fine del mese di giugno.
“Nel mese di luglio 2014 – fa notare la lettera – le sanzioni europee sono state estese a personalità tra le quali alcuni membri dell’intelligence russa” tra cui “Alexander Bortnikov, capo del Servizio di Sicurezza Federale e Mikhail Fradkov, direttore dei servizi segreti”. Eppure, obiettano gli eurodeputati, “ben si conoscono l’impatto e le possibili conseguenze di interrompere o indebolire lo scambio di informazioni tra due Paesi”. Dunque, continua la lettera, “come possiamo dire che tali sanzioni siano nel nostro interesse, l’interesse degli europei?”
Quella di non cambiare direzione sarebbe, secondo i dodici firmatari, una decisione colpevole: “Se continuiamo a indebolire la nostra cooperazione con la Russia in questo campo, diventiamo responsabili nell’esporre i cittadini europei” a pericoli simili a quelli visti con gli attentati di Parigi e Bruxelles. Sbagliato fare a meno della Russia che, “grazie alla sua posizione in Siria, ha accesso a preziose informazioni sullo Stato Islamico” che “ha molte facce, ed è in costante evoluzione”. Insomma “se non è per passione, lasciamo che sia per raziocinio che cooperiamo con lo Stato russo, al fine di scambiare informazioni critiche sulle posizioni e sulle intenzioni dell’Isis”, chiedono gli eurodeputati.
Secondo i firmatari della lettera “dobbiamo imparare ad agire responsabilmente, in maniera concreta e piantarla con gli idealismi che non soddisfano nessuno”. Una scelta di “realpolitik” che “non è più un’opzione, ma è un dovere che il mondo intorno a noi ci impone”. Con Mosca, scrivono i dodici, “possiamo non essere d’accordo su tutto, possiamo sanzionare dove fa più male, ma ci sono obiettivi e interessi che ci richiedono di andare oltre il desiderio di punire”. Tanto più che “la Russia vuole aiutarci” come dimostrato dal fatto che “dopo gli attacchi del 13 novembre, François Hollande e Vladimir Putin si sono accordati per instaurare una più stretta cooperazione tra i rispettivi eserciti dislocati in Siria”.
Insomma “i cittadini Europei non capirebbero se continuassimo a privarci di informazioni fondamentali ad assicurare la loro stessa sicurezza e a proteggerli dagli orrori a cui abbiamo assistito recentemente a Parigi e a Bruxelles”, concludono gli eurodeputati, secondo cui “la storia proverà che hanno ragione coloro i quali trovano il coraggio politico di dichiarare apertamente che l’Europa e la Russia devono rimanere partner strategici”.
I dodici firmatari della lettera sono: Rachida Dati (Ppe, Francia), Stefano Maullu (Ppe, Italia), Françoise Grossetete (Ppe, Francia), Hermann Winkler (Ppe, Germania), Alfred Sant (S&D, Malta) Alain Cadec, (Ppe, Francia), Franck Proust (Ppe, Francia), Ivo Vajgl (Alde, Slovenia), Marc Joulaud (Ppe, Francia), Aldo Patriciello (Ppe, Italia), Renaud Muselier (Ppe, Francia), Elisabetta Gardini (Ppe, Italia).