Bruxelles – Restano 16 giorni, poi la Spagna sarà chiamata nuovamente al voto, ad appena sei mesi dalle ultime elezioni dello scorso dicembre. In quel caso, lo schieramento del premier uscente Mariano Rajoy, del Partito popolare, aveva sì vinto, con il 28,7% delle preferenze, ma non aveva raggiunto la maggioranza per governare. Così il Paese si era ritrovato, per la prima volta nella storia post franchista, con un Parlamento non in grado di esprimere un esecutivo. La possibilità di arrivare a una coalizione di larga intesa, alla tedesca, era sfumata nel tempo, con i socialisti del Psoe di Pedro Sanchez che avevano risposto “no, grazie” all’appello all’unità nazionale di Rajoy.
Così il 26 giugno, gli spagnoli torneranno al voto. E la campagna elettorale si accende. Da una parte ci sono i due grandi partiti che corrono da soli: il Pp di Rajoy e il Psoe di Sanchez. Il primo, secondo l’ultimo sondaggio di Metroscopia, è ancora in testa con il 29.9%. Il secondo è in calo, e si ferma al 20.2% delle intenzioni di voto. Dall’altra c’è l’alleanza di “Unidos Podemos” che vede correre insieme Pablo Iglesias (Podemos) e Cayo Lara (Izquierda Unida). Quest’alleanza è salita al 23,2% e si presenta ora come la seconda forza in campo, distanziando di tre punti i socialisti. In crescita anche Ciudadanos di Albert Rivera, il quarto schieramento, che si attesta intorno al 14%.
Se questa situazione dovesse essere confermata il giorno del voto, la Spagna sarebbe di nuovo nel caos. Il 29% dei consensi non basterebbe a Rajoy per ottenere i 176 seggi della Camera (su 350) necessari per governare. A quel punto, tutto dipenderà dalle intenzioni di Ciudadanos che potrebbe diventare alleato del Pp e così fargli raggiungere i numeri per governare. Un’altra ipotesi è quella che vede l’apertura di un dialogo tra Unidos Podemos e i socialisti del Psoe all’indomani del voto, per proporsi come nuova colazione di governo. Ma una possibile intesa era già stata rifiutata, a inizio aprile, da Podemos che, con un referendum interno, aveva chiesto ai suoi elettori se volessero allearsi con i socialisti. L’88,23% dei votanti, in quell’occasione, aveva risposto “no”.
Intanto gli elettori spagnoli si dicono incerti. Uno su tre non sa ancora per chi votare. Podemos, per provare a convincerli, ha pubblicato il suo programma elettorale ispirandosi a un catalogo Ikea. Il proprio Paese è come la propria casa, è questa l’idea di fondo studiata da Carolina Bescana, membro del partito di Iglesias che si è occupata della realizzazione del prodotto. Il catalogo ritrae i candidati di Podemos nelle loro abitazioni, nella vita di tutti i giorni. E pare che l’idea abbia avuto successo tanto che il programma ora viene venduto agli spagnoli, nella versione cartacea, a 1.80 euro.