Roma – Se il Regno unito uscisse dall’Unione europea, le conseguenze più pesanti le pagherebbero le famiglie più povere. Lo indica uno studio del britannico Niesr (National Institute of Economic and Social Research), secondo il quale sarebbero proprio i più indigenti a soffrire maggiormente se il 23 giugno prossimo i sudditi della regina Elisabetta II opteranno per la Brexit.
La previsione dei ricercatori è che il deficit pubblico di un Regno unito fuori dall’Ue potrebbe raggiungere i 44 miliardi di sterline nel 2020. Ciò, indicano, porterebbe a una serie di tagli alle prestazioni sociali, e “le conseguenze sulle famiglie economicamente più deboli sarebbero molto pesanti”, sostiene Katerina Lisenkova, una degli autori dello studio Niesr.
Secondo il centro di ricerca, lo strato sociale più in difficoltà subirebbe così un danno doppio dalla Brexit: da un lato vedrebbe ridursi ulteriormente le entrate reddituali, dall’altro riceverebbero sempre meno prestazioni sociali. La stima parla di una diminuzione dei sussidi e contributi alle famiglie povere, le quali potrebbero perdere tra le 1.861 e le 5.542 sterline all’anno, ovvero tra i 2.400 e i 7.000 euro circa.
Con l’accordo sulle nuove condizioni per la permanenza di Londra nell’Ue, siglato lo scorso febbraio in sede di Consiglio europeo, il premier David Cameron aveva ottenuto per il Regno unito la possibilità di chiedere all’Ue una sospensione dell’erogazione di prestazioni sociali nei confronti dei cittadini degli altri Paesi membri. Dopo il 23 giugno, se vincerà la Brexit, potrebbero essere invece gli stessi britannici a dover rinunciare ad alcune misure di welfare.