Bruxelles – Ci sono “molte ragioni politiche comprensibili per rimandare le riforme strutturali”, ma “ce ne sono poche buone dal punto di vista economico”. Per questo bisogna capire che “il costo del rinvio (delle riforme, ndr) è semplicemente troppo alto”. Intervenendo al Brussels economic Forum organizzato dalla Commissione europea il governatore della Bce, Mario Draghi, ha lanciato un appello agli Stati membri a proseguire nel cammino di riforma.
Draghi ha sottolineato che sebbene le politiche monetarie messe in atto dalla Bce “possono fornire un appropriato stimolo all’economia”, da sole non bastano perché “le politiche monetarie non esistono in un vuoto”, servono anche le riforme che “possono fare da contrafforte o diluire gli effetti della nostra politica”, e “rallentare o accelerare il ritorno alla stabilità”, nonché “determinare se la stabilità è accompagnata da prosperità”.
“Nella zona euro, sono state attuate molte riforme strutturali negli ultimi anni, specialmente nei Paesi più colpiti dalla crisi”, e “i benefici ora sono visibili”, ma “ci sono molti altri benefici a cui puntare, e molto altro va fatto”, ha affermato Draghi.
“L’esperienza della crisi ha dimostrato che le riforme funzionano”, ha rivendicato il governatore portando l’esempio del Portogallo “che durante il programma di aggiustamento ha ridotto di tre punti percentuali la disoccupazione tra il 2011 e il 2014”, e della Spagna “dove la riforma del mercato del lavoro nel 2012 è stata un fattore di supporto per la crescita dell’impiego”. Questo, secondo Draghi, “dovrebbe essere un incoraggiamento per i Paesi che stanno facendo le riforme per continuare i loro sforzi, e nello specifico per quelli che hanno un’alta disoccupazione da così tanto tempo che questa è diventata una norma”.