Bruxelles – L’espansione urbana incontrollata comporta effetti sempre più negativi, tanto sull’ambiente quanto sulla qualità della vita in Europa. Le operazione esistenti per prevenire, contenere o controllare tale sviluppo hanno avuto risultati limitati, rendendo chiara la necessità di misure più mirate. Sono queste le principali conclusioni del report redatto dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) e dall’Ufficio federale svizzero per l’ambiente (Foen).
Il rapporto Urban sprawl in Europe esamina l’espansione a bassa densità e sparpagliata di molte città, spesso risultato di una crescita incontrollata che negli ultimi decenni ha modificato il paesaggio europeo. Il documento propone alcune misure da seguire, come il miglioramento della densità delle aree residenziali già esistenti all’interno delle città, in modo da contenere o ridurre lo sviluppo urbano disperso. Inoltre, sono evidenziate delle azioni essenziali per rafforzare e sostenere gli interventi della politica in questo settore, tra queste: un miglior controllo della proliferazione urbana; l’applicazione di ‘analisi dell’espansione’ come strumento di pianificazione urbanistica e territoriale; e il rafforzamento della pianificazione regionale per incoraggiare l’uso sostenibile del territorio.
Il rapporto sottolinea anche gli effetti negativi degli sviluppi urbanistici e commerciali incontrollati, legati alla perdita di terreni agricoli fertili, di fondamentali funzioni ecologiche e dell’impermeabilizzazione del suolo. L’aumento dei centri abitati ha portato ad un aumento delle emissioni di gas a effetto serra, a maggiori costi per le infrastrutture e per i trasporti, nonché per il rifornimento di acqua ed elettricità. Insieme a questo bisogna considerare la perdita dei paesaggi aperti, la riduzione delle dimensioni degli habitat naturali e le conseguenze potenzialmente devastanti per la biodiversità e gli ecosistemi. Inoltre, la proliferazione urbana comporta, secondo il rapporto, un aumento della domanda di infrastrutture come le strade, rendendo le persone più dipendenti dalle macchine, con i costi conseguenti. Un ulteriore risultato è l’inquinamento atmosferico e la crescita degli incidenti e dello stress.