Roma – L’Italia è riuscita a spendere tutti i fondi strutturali europei a disposizione per la programmazione 2007-2013. È il risultato illustrato dal sottosegretario Claudio De Vincenti ai deputati della commissione Politiche Ue di Montecitorio. “A breve avremo il dato più aggiornato, ma posso dirvi che al 31 dicembre 2015 siamo arrivati al pieno assorbimento dei fondi Ue” assegnati all’Italia, ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo, sottolineando “l’impegno straordinario negli ultimi due anni per recuperare capacità di spesa”.
Recupero che c’è stato e ha portato a un utilizzo delle risorse Ue che si attesta tra il 99% e il 103% degli importi disponibili. Sul perché la stima più ottimista superi il 100% lo spiega lo stesso sottosegretario: “L’obiettivo è di spendere di più perché non sempre, in fase di certificazione, la Commissione europea riconosce tutte le spese” effettuate, e dunque è opportuno tenersi un piccolo margine per evitare di perdere risorse.
Nelle programmazioni precedenti, il nostro Paese ha spesso rimandato a Bruxelles porzioni anche consistenti di fondi europei, a causa dell’incapacità di spenderli nei tempi stabiliti. Una difficoltà a cui finalmente sembra si sia trovato rimedio. Per De Vincenti è merito soprattutto dell’istituzione del dipartimento per le Politiche di coesione presso la Presidenza del Consiglio, e dell’Agenzia per la Coesione territoriale. Sono questi gli “strumenti operativi”, grazie ai quali è stata possibile l’accelerazione registrata in particolare lo scorso anno, ha indicato De Vincenti, sostenendo la necessità di “non disperdere la capacità amministrativa acquisita” per “evitare il ripetersi delle lentezze anche nel ciclo 2014-2020”.
Riguardo alla nuova programmazione, il sottosegretario ha ricordato come la Commissione europea abbia già approvato 51 programmi operativi per un totale di 51,77 miliardi di euro, comprensivi di fondi europei e cofinanziamento nazionale che “ammonta a circa il 40% dell’importo”. Un terzo delle risorse è destinato a occupazione, istruzione, formazione e inclusione sociale, mentre un quarto è stato assegnato alla realizzazione di infrastrutture. In quest’ultimo capitolo, ha segnalato l’esponente del governo, rientrano gli 1,2 miliardi stanziati per portare internet a banda ultralarga nelle aree considerate a fallimento di mercato.