Roma – “I britannici non sono gli unici ad avere dubbi sull’Unione europea”, lo indica il Pew research center sulla base di un sondaggio condotto dal 4 aprile al 20 maggio su oltre 10mila cittadini di 10 Paesi Ue (Polonia, Ungheria, Italia, Svezia, Olanda, Germania, Spagna, Regno unito, Francia e Grecia, in ordine crescente di euroscetticismo).
Non è solo questione di Brexit, dunque. Lo dimostra il fatto che i più contrari all’Unione europea sono i greci, con il 71% contro il 27% di favorevoli. A seguire la Francia, dove il 61% dei cittadini non vede l’Ue di buon occhio contro il 38% di europeisti. Nel Regno unito i due fronti sono vicini ma prevalgono i contrari con il 48% contro il 44%. Anche in Spagna vince, sebbene di poco, il fronte degli scettici con il 49% contro il 47%.
Se fin qui i risultati possono sembrare più o meno prevedibili, desta sorpresa trovare che appena la metà esatta dei tedeschi è favorevole all’Ue, mentre i contrari raggiungono un considerevole 48%. Un pelo più europeisti sono gli olandesi (51% contro il 46%) e gli svedesi (54% a 44%).
Le maggiori sorprese vengono dal podio dei tre Paesi più favorevoli alle istituzioni di Bruxelles. Non tanto sul gradino più basso, dove troviamo l’Italia con il 58% di sostenitori dell’Ue contro il 39% di contrari, ma è del tutto inatteso scoprire che i campioni di europeismo sono i cittadini con i governi più critici nei confronti dell’Unione europea. La medaglia d’argento va all’Ungheria di Victor Orban, con il 61% di favorevoli all’Ue contro il 37% di contrari, e quella d’oro alla Polonia di Beata Szydło, dove gli europeisti sono più del triplo degli euroscettici (72% contro 22%).
Apparentemente contraddittorio, ma rincuorante per chi tifa per la permanenza britannica tra i 28, il risultato che mostra una media di appena il 16% di cittadini che ritengono la Brexit una cosa positiva. Nei 9 Paesi in cui è stata fatta questa domanda – non è stata posta agli intervistati del Regno unito – ben il 70% ritiene invece negativa una eventuale uscita di Londra.
Interessante anche la predisposizione verso maggiori cessioni di sovranità dagli Stati alle istituzioni comunitarie. L’ipotesi piace solo al 19% contro il 27% che vorrebbe mantenere l’equilibrio attuale e il 42% che invece chiede una restituzione di sovranità ai paesi membri.