Roma – Multinazionali del tabacco contro il contrabbando. Come Philip Morris International Inc. (Pmi) che, mettendoci sopra 100 milioni di dollari, ha lanciato l’iniziativa “PMI IMPACT ” volta a contrastare il contrabbando e i reati ad esso connessi.
Struttura portante di “PMI IMPACT”, spiegano alla compagnia, sarà il comitato di esperti, composto “da prestigiose personalità esterne all’azienda con curricula di eccellenza nell’ambito legale e della lotta alla corruzione”. Saranno gli esperti, in modo indipendente, a determinare quali progetti finanziare con il fine di contrastare il contrabbando e i reati ad esso connessi in una delle seguenti aree di intervento: ricerca, educazione e sensibilizzazione, azioni concrete a contrasto di attività illecite.
Le richieste di finanziamenti si apriranno il prossimo 17 giugno e le proposte potranno essere presentate da privati, organizzazioni pubbliche e Associazioni senza scopo di lucro. I fondi messi a disposizione da Pmi ammontano a 100 milioni di dollari e serviranno a finanziare i primi tre cicli di progetti.
“La lotta contro il traffico illecito necessita di idee, risorse e azioni, ecco perché siamo entusiasti di lanciare PMI IMPACT. Siamo particolarmente soddisfatti del fatto che esperti autorevoli hanno dato la loro disponibilità a questo programma e ci attendiamo un ampio numero di proposte. Allo stesso tempo, Pmi continuerà a controllare la propria catena di produzione e a sostenere i protocolli internazionali contro il traffico illecito”, ha affermato André Calantzopoulos, Ceo di Philip Morris.
Il traffico illecito è un fenomeno consolidato connesso ad attività criminali che contribuisce a sostenere. Secondo le stime, il valore complessivo al dettaglio dei prodotti commercializzati illegalmente corrisponde a ben 650 miliardi di dollari, con un mercato nero attivo per innumerevoli prodotti che vanno da quelli farmaceutici al cibo, dal tabacco alle armi fino alla fauna selvatica. Il più atroce dei traffici illeciti, la tratta di esseri umani, supera qualsiasi stima finanziaria.
Nel commentare “PMI IMPACT”, l’esperto Suzanne Hayden, membro del comitato nonché ex Procuratore del Ministero della Giustizia statunitense ha spiegato che “il traffico illecito oggigiorno prospera, in parte a causa dell’alleanza incontrollata fra le reti criminali che agiscono impunemente approfittando dell’apertura delle frontiere, dei funzionari corrotti, di ordinamenti giuridici variegati e dell’insufficiente applicazione della legge. Come Comitato guardiamo fiduciosi alle proposte innovative e creative che perverranno da parte di organizzazioni pubbliche e private, tutte volte a contrastare i problemi creati dal traffico illecito a livello globale”.
Nonostante i numerosi progressi fatti, il traffico illecito di molti tipi di prodotti del tabacco è considerevole. I criminali spesso traggono maggiori profitti dal traffico di tabacco e corrono meno rischi rispetto a quello di sostanze stupefacenti.
Come spiega il membro del comitato “PMI IMPACT” Luis Moreno Ocampo, che è stato primo Procuratore della Corte penale internazionale, “il tabacco è disciplinato dalle normative statali, porre fine al contrabbando è il primo modo per applicare queste leggi”.
“PMI IMPACT”, tiene a sottolineare la multinazionale, è uno dei numerosi programmi che l’azienda sostiene per promuovere prassi commerciali sostenibili ed affrontare problemi sociali complessi. L’azienda è inoltre uno dei firmatari dei Sustainable Development Goals dell’Onu.
Proprio ieri il Parlamento europeo ha dato il suo via libera alla ratifica del protocollo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contro il commercio illegale dei derivati dal tabacco (Fctc). L’Aula di Strasburgo ha approvato con 608 sì, 11 no e 14 astensioni la risoluzione legislativa che apre la via all’adozione da parte dell’Ue del protocollo internazionale. “Il commercio illegale di tabacco è un problema globale che danneggia la salute e i bilanci pubblici. Va oltre le frontiere e richiede un’azione coordinata a livello globale. Il protocollo Fctc sarà uno strumento chiave in questo sforzo”, ha spiegato la vicepresidente della Commissione Ue Kristalina Georgieva. Adesso il Consiglio Ue (che a febbraio aveva già approvato politicamente il protocollo) dovrà adottare formalmente il testo. Nel frattempo ogni Paese Ue è invitato a ratificare il protocollo, che entrerà in vigore solo quando l’avranno fatto in quaranta. Ad oggi il testo è stato ratificato solo da diciassette Paesi, tra i quali cinque Stati dell’Ue: Francia, Spagna, Austria, Portogallo e Lettonia.