Bruxelles – Sembra che la tolleranza non rientri tra le virtù del popolo italiano. Il quinto rapporto sull’Italia, redatto dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) ha evidenziato alcune lacune del Paese, soprattutto riguardo a alla legislazione antidiscriminatoria, al trattamento dei Rom e ai diritti Lgbt.
Il rapporto di Ecri (organo che appartiene al Consiglio d’Europa, la principale organizzazione di difesa dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto) sottolinea che nel nostro Paese la discriminazione fondata sul colore o sulla lingua non viene considerata un reato penalmente perseguibile e che non sempre è prevista una pena efficace, commisurata e dissuasiva. Inoltre, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) non è un organo indipendente ed ha un mandato limitato, nonostante le sue numerose attività nel campo della lotta alla discriminazione. Ma non è il solo motivo di apprensione: Christian Ahlund, presidente dell’Ecri, ha dichiarato di essere “preoccupato per il perdurare degli sgomberi forzati dei Rom dagli insediamenti abusivi”, per cui esorta “le autorità locali e nazionali a procedere a tali sgomberi nel rispetto delle garanzie procedurali e unicamente qualora vi siano soluzioni abitative alternative”. Nonostante i progressi realizzati sul piano legislativo per la tutela dei diritti delle persone Lgbt e le congratulazioni arrivate da Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, per l’adozione della legge che riconosce ufficialmente le unioni civili per le coppie dello stesso sesso, l’Ecri ha constatato che ci sono ancora ampi margini sui bisogna lavorare. L’organo del Consiglio d’Europa ha constatato che la questione dell’educazione sessuale nelle scuole, in particolare in materia di identità di genere e orientamento sessuale, rimane una materia controversa, che incontra forti opposizioni da parte di alcune autorità regionali.
Il rapporto formula alcune raccomandazioni, due delle quali, secondo Ecri, necessitano di un’applicazione prioritaria da parte delle autorità italiane e saranno quindi oggetto di una procedura di monitoraggio intermedio da parte dell’organo. E’ fondamentale che l’Italia garantisca la completa indipendenza dell’Unar, de jure e de facto, e che questa estenda le sue competenze alla discriminazione fondata sul colore, la lingua, la religione, la nazionalità e l’origine nazionale. L’altro ammonimento riguarda l’istruzione e i relativi provvedimenti negli istituti scolastici che dovranno promuovere la reciproca tolleranza e il rispetto, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Nel rapporto dell’Ecri sono riportati anche alcuni progressi dello Stato italiano, per quanto riguarda una serie di iniziative legislative contro il razzismo e la discriminazione razziale, nonché i sempre più numerosi procedimenti giudiziari intentati contro episodi di discorsi di incitamento all’odio. Anche il nuovo Piano d’azione contro il razzismo, che propone misure per combattere il discorso dell’odio e la violenza razzista, omofobica e transfobica, ha ricevuto gli apprezzamenti dell’Ecri, situandosi in linea con le sue raccomandazioni. Un ulteriore elemento positivo è stato individuato nell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), una misura pratica per facilitare le segnalazioni di crimini d’odio e migliorare la comunicazione tra le forze di polizia e le vittime. La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza ha inoltre elogiato l’Italia per i notevoli sforzi compiuti nelle operazioni di salvataggio in mare e nel fornire sistemazioni decenti alle masse di migranti e richiedenti asilo provenienti dal Nord Africa.