Bruxelles – L’Italia deve togliere il segreto di Stato e permettere di fare chiarezza sul rapimento da parte della Cia dell’imam egiziano Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio del 2003 a Milano grazie alla collaborazione del Sismi, il servizio segreto militare italiano. Lo ha chiesto il Parlamento europeo in una risoluzione in cui ha espresso serie preoccupazioni su “l’apatia mostrata dagli Stati membri e le istituzioni dell’Ue” per quanto riguarda il riconoscimento di “molteplici violazioni dei diritti fondamentali e dei casi di tortura” che si sono verificati in territorio europeo tra il 2001 e il 2006 in seguito alle cosiddette extraordinary rendition.
Nel testo, approvato con 329 voti favorevoli, 299 contrari e 49 astensioni, i deputati invitano gli Stati membri dell’Ue a “condurre indagini, assicurando la piena trasparenza, sulla presunta esistenza, sul loro territorio, di prigioni segrete che avrebbero ospitato detenuti nell’ambito del programma della Cia”. I deputati sono preoccupati dal fatto che “l’indebita classificazione dei documenti” conduca “di fatto all’impunità degli autori delle violazioni dei diritti umani”.
Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, il testo sottolinea che la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 23 febbraio 2016 nella causa Nasr e Ghali stabilisce che le autorità italiane erano a conoscenza delle torture perpetrate ai danni dell’imam egiziano, sospetto terrorista, Abu Omar e chiede all’Italia di rinunciare al segreto di Stato per l’ex capo del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare Sismi, Nicolò Pollari, e il suo vice, nonché per tre ex membri dei servizi coinvolti nel caso, “al fine di garantire che la giustizia proceda senza ostacoli”.
Il Parlamento esprime anche rammarico per il fatto che più di un anno dopo la pubblicazione dello studio del Senato Usa in relazione al programma della Cia, nessuno dei responsabili sia stato chiamato a rispondere delle proprie azioni e che il governo degli Stati Uniti non abbia collaborato con gli Stati membri dell’Ue