Londra – Il primo dibattito televisivo su Brexit, il referendum che deciderà sull’uscita o meno del Regno Unito dall’Unione Europea, si è tenuto ieri sera, martedì 7 giugno, sulla rete ITV, vedendo un accesso scontro tra David Cameron, primo ministro, e Nigel Farage, leader Ukip (United Kingdom Independent Party), sebbene non fosse un confronto “faccia a faccia” per volere dello stesso Cameron.
Il dibattito si è tenuto nel giorno in cui i sondaggi mostrano i due fronti sempre più vicini e Cameron ha tenuto una conferenza stampa per “smentire le menzogne” del fronte del Leave.
Il primo ministro britannico ha rimarcato i suoi punti forti, sul lato economico ricordando che l’uscita provocherebbe un grave shock per l’economia, su quello politico avanzando la possibilità che la Scozia possa chiedere un secondo referendum per l’indipendenza, dopo quello del 2014.
“Le frustrazioni nei confronti di un’istituzione non sono una giustificazione per uscire” ha ricordato Cameron, aggiungendo che “questo è il più grande atto di sovranità” per la Gran Bretagna e di non “sprecare la prosperità economica se si ama la propria patria”, in quanto quella di rimanere nell’Ue è la migliore delle soluzioni possibili.
Non è mancato infine un attacco personale a Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra e compagno di partito del premier britannico. “Le ambizioni personali non dovrebbero entrare nel dibattito del referendum“, ha ammonito Cameron pur senza citare direttamente Johnson.
Dal canto suo, Farage, ha tirato in causa il “non eletto” Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, reo a suo avviso di fare il bullo con i britannici.
Il leader del partito euroscettico, è stato accusato di legittimare il razzismo dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, per una dichiarazione con la quale indicava le molestie sessuali come conseguenza dell’immigrazione, accostando l’Uk ai fatti di Colonia.
Proprio l’immigrazione, cresciuta nell’ultimo anno, è stata a lungo al centro della trasmissione con la domanda di un partecipante volta a sondare l’opinione del leader conservatore, che su questo tema punta molto per convincere i britannici a votare per l’uscita dall’Ue.
Il premier si è limitato a sostenere l’accordo strappato alla Commissione Europea che permetterà di apportare alcune restrizioni al welfare per i cittadini comunitari, ma non è sembrato forte delle proprie opinioni.
Intanto è scaduto il termine per registrarsi alla votazione, ma Jeremy Corbyn, leader del Labour Party, ha fatto un appello per l’estensione dei termini, in quanto una falla al sistema telematico ha provocato un blocco che ha impedito a diversi elettori di potersi registrare.