Bruxelles – Deutschland über Alles. Al Parlamento europeo la Germania si sta prendendo, a quanto pare, tutti i posti chiave. E’ tedesco il presidente, Martin Schulz, è tedesco il capo del maggior gruppo politico, il Ppe Manfred Weber, è tedesco il massimo responsabile amministrativo, il segretario generale Klaus Welle, nominato a suo tempo da un presidente popolare. Potrebbe essere tedesco, secondo i sussurri di corridoio, anche il vice segretario generale che prenderà il posto di Francesca Ratti, prossima alla pensione.
Il candidato non è solo tedesco, ma è anche il capo di gabinetto di Schulz e si chiama Markus Winkler. Una spartizione dunque perfetta tra i due maggiori partiti, visto anche che Schulz più passano i mesi più aumenta le sue credenziali per restare al suo posto per un terzo mandato, dopo la scadenza di gennaio 2017. Il problema è che Winkler non sarà l’unica persona del gabinetto di Schulz ad occupare un buon posto amministrativo. Anche altri uomini e donne sono visti come i candidati più forti in una serie di posizioni di rilievo. Insomma essere socialista e tedesco in questo momento al Parlamento europeo sembra il mix perfetto per una buona carriera, anche, come qualcuno denuncia, forzando un po’ la mano alle procedure.
Già lunedì prossimo in ufficio di presidenza potrebbero arrivare alcune nomine, proprio all’inizio della settimana di seduta a Strasburgo. Lunedì Winkler potrebbe diventare vice-segretario generale “passando sopra numerose altre persone di nazionalità, cultura, esperienza mille volte maggiore”, spiega una fonte che conosce bene le cose del Parlamento.
Secondo la stessa fonte “queste pratiche, condotte con la più totale connivenza a turno da Ppe e S&D, stanno indebolendo il Parlamento sempre di più. Anni di governo Schulz – Welle hanno ridotto l’autonomia dell’istituzione rispetto ai governi, al Consiglio, alla Commissione e sistematicamente escluso i migliori funzionari”.