Bruxelles – La Green Week 2016, nel suo ultimo giorno di incontri e dibattiti, ha provato a farsi una domanda: come si possono attrarre gli investitori nel settore dell’ “economia verde?”. Dare una risposta non è stato facile. Da una parte perché questo è un problema nuovo, dall’altra perché mancano ancora delle linee guida europee che riescano a creare un sistema finanziario sostenibile per gli investitori interessati al settore. Il tema è discusso ma ancora inesplorato, tant’è che pure il commissario europeo per l’ambiente, Karmenu Vella ha ammesso di “aver preso molti appunti” durante un panel tenuto da alcuni esperti di investimenti.
Un punto di partenza però c’è, e lo ha sottolineato Olivier Guersent, direttore generale della DG per la stabilità finanziaria della Commisione europea: “Per attrarre gli investitori verso la green economy servono piani d’investimento a lungo termine”. A questa pianificazione va poi affiancata una coordinazione tra i governi dei diversi Stati membri, dove anche solo sulla definizione di cosa sia “green” ci sono opinioni contrastanti, come ha ricordato Nick Robins co-direttore di UNEP Inquiry (il programma per l’ambiente delle Nazioni unite).
Due gli ulteriori punti su cui focalizzare l’attenzione: la condivisione dei dati da parte delle aziende, in modo che chi investe possa fare una corretta valutazione dei rischi a cui va incontro.; e una maggiore rigidità nel punire le realtà in cui le regole su ambiente ed emissioni non vengono rispettate.
Nonostante le difficoltà, per gli esperti, è proprio adesso il momento migliore per pensare a un sistema finanziario che sostenga progetti e industrie che puntano su basse emissioni e strategie in sintonia con l’ambiente. Solo cinque anni fa sarebbe stato impensabile. I dati parlano chiaro: “Nel 2010 i progetti green avevano mosso 4 miliardi di euro, nel 2015 questa cifra è decuplicata e si è attestata a 42 miliardi”, ha spiegato il commissario Vella. Da qui l’interesse del mondo della finanza verso le società innovative, soprattutto in Europa, e in particolare in Svezia, Francia, Olanda e Gran Bretagna.
Le soluzioni ci sono. Ora devono essere messe in pratica. “Devo ammettere che dopo questo confronto sono più ottimista”, ha spiegato Vella. “L’Europa ha mobilitato grandi fondi dopo gli accordi di Parigi e si percepisce il cambiamento nell’aria”, ha proseguito. Occorreranno però tempo e accordi comuni per arrivare a creare un sistema sostenibile che porti a “una transizione che è già in atto”.