Bruxelles – La facciata è quella del clima disteso, delle battute cordiali, del proclamato spirito di collaborazione. Ma basta grattare un po’ la patina istituzionale per ritrovare, intatti, i punti di disaccordo tra la Commissione europea di Jean-Claude Juncker e quel governo Slovacco che, a partire dal 1 luglio, assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea e che oggi è volato al gran completo a Bruxelles per preparare il nuovo mandato. Su un tema, in particolare, è impossibile nascondere il disaccordo: la famigerata redistribuzione dei rifugiati in tutti i Paesi Ue a cui non solo il premier slovacco, Robert Fico, si è sempre strenuamente opposto, ma contro cui la Slovacchia ha anche fatto ricorso alla Corte di giustizia europea, considerando l’obbligo di accoglienza come un’ingerenza negli affari nazionali. L’idea di trasferire i migranti dai Paesi di arrivo verso tutta Europa è un punto chiave della proposta di modifica del trattato di Dublino che la Commissione europea ha appena presentato e che vorrebbe vedere approvato dagli Stati nel giro dei prossimi mesi. Proprio quando a condurre le trattative e a spingere per l’approvazione ci sarà il premier slovacco. Una scena difficile da immaginare.
“Ho chiesto a Robert di essere un leader davvero pro-europeo nei prossimi sei mesi, mi ha promesso che lo sarà e non ho dubbi su questo”, si dice fiducioso Juncker dopo un “incontro costruttivo”. Del resto, scherza il presidente della Commissione europea “dal 2006 ho negoziato l’accesso della Slovacchia all’Area euro come presidente dell’Eurogruppo e quindi so come trattare con lui. Sfortunatamente – aggiunge ridendo – anche lui sa come trattare con me”. E in effetti il premier slovacco non sembra intimorito, né intenzionato a fare passi indietro sulle proprie posizioni, pur promettendo di lasciarle fuori dal ruolo istituzionale che sarà chiamato a ricoprire nei prossimi sei mesi: “Capiamo pienamente il ruolo della presidenza e vogliamo essere un broker onesto”, dichiara, specificando: “Questo non significa che vogliamo cambiare le nostre posizioni nazionali, semplicemente non saranno messe sul tavolo”.
Anche per quanto riguarda l’immigrazione? “Asilo e immigrazione sono temi su cui manca un accordo e sarà difficile raggiungerlo”, mette le mani avanti Fico, “ma la maggior parte delle proposte della Commissione sono buone: chi può essere contro il ritorno a Schengen o la decisione politica di istituire una guardia frontiera europeo o le discussioni tra Ue e Turchia?”, elenca tralasciando, in modo tutt’altro che casuale, Dublino. Su quella proposta che succederà? “Il nostro ruolo come presidenza sarà quello di facilitare le discussioni e trovare un consenso, ma mentirei se dicessi che su tutti gli aspetti gli Stati sono d’accordo, Dublino e uno di quelli su cui ci sono diverse opinioni”, risponde il premier slovacco. Insomma “come presidenza, come broker onesto, faremo di tutto perché ogni Stato membro possa dire la sua”. E quella della Slovacchia, dunque quella della presidenza, non sarà certo a favore del progetto.