Bruxelles – L’Italia si cimenta con la trasparenza dei partiti politici, argomento delicato e portatore di tante polemiche. La questione sarà al primo punto dell’ordine del giorno alla riapertura della Camera, martedì prossimo, dopo la pausa dei lavori per le elezioni amministrative.
In linea generale il testo all’esame dell’aula di Montecitorio riconosce il diritto dei cittadini di associarsi liberamente in partiti, movimenti o gruppi politici organizzati per concorrere alla formazione dell’indirizzo politico e all’elaborazione di programmi per il governo nazionale e locale, nonché alla selezione e al sostegno di candidati alle elezioni, nel rispetto del principio della parità di genere. Il testo introduce disposizioni per assicurare la trasparenza che riguardano tutti gli aspetti della vita di un partito, dal contrassegno di ciascun partito o gruppo politico organizzato; lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza; il programma elettorale; le liste di candidati presentate per ciascun collegio
E poi, nei dettagli: 1) il rendiconto e lo statuto, ovvero, in mancanza, le procedure per l’approvazione degli atti, nonché ulteriori elementi, quali il numero, la composizione e la durata degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, le modalità di selezione delle candidature, l’organo investito della rappresentanza legale; 2) l’elenco dei beni di cui sono intestatari i partiti; 3) le erogazioni di importo pari o superiore a 5.000 euro annui, con l’indicazione del nome del soggetto erogante, del relativo ammontare e dell’anno in cui sono state percepite; le erogazioni di importo compreso tra i 5.000 e i 15.000 euro possono essere pubblicate solo previo consenso del soggetto erogante.