Bruxelles – Il nuovo progetto di “floating hostspot” sarebbe la migliore soluzione per l’Italia, che fin dalla metà di giugno sarebbe disposta ad attuarlo per reagire alla sempre più grave crisi dei migranti. LO scrive il ministro degli Interni Angelino Alfano in una lettera arrivata la scorsa settimana sui tavoli dell’Agenzia europea per le frontiere Frontex. L’idea si basa sulla creazione centri di identificazione terresti mobili e di navi che, seguendo i flussi migratori verso le coste italiane, potrebbero ospitare un migliaio di persone, controllando e registrando gli imbarcati per poi distribuirle verso i centri d’accoglienza, oppure rimandarle nel paese di provenienza qualora manchi il diritto alla protezione.
Gli intoppi per la sua attuazione rimangono comunque parecchi nonostante la soluzione, ancora in stato embrionale, eviterebbe il problema affrontato dalla Commissione Ue secondo cui la metà delle persone che vengono salvate in mare italiano non passano attraverso gli hotspot attrezzati nel Paese. Come scrive Marco Zatterin, corrispondente da Bruxelles per la Stampa, l’esecutivo europeo preferisce ancora il progetto di hostspot mobili terrestri.
A seguito della lettera inviata il 13 maggio da Dimitris Avramopoulos, commissario Ue all’Immigrazione, ad Alfano per chiedere “di valutare tutte le implicazioni operative degli hotspot marittimi”, i portavoce europei sostengono che da Bruxelles si attendono reazioni dall’Italia, frase che da Roma però viene smentita perché il Viminale, da parte sua, sostiene di avere risposto rapidamente per affrettare i tempi dato che giugno è vicino, e non c’è tempo da perdere.