Bruxelles – Il programma Erasmus+ potrebbe essere il cavallo di battaglia europeo contro il radicalismo e l’estremismo. I ministri dell’educazione e della gioventù dei Ventotto hanno deciso di scommettere sul programma per la mobilità giovanile e sugli altri programmi esistenti, come Europa creativa e Europa per i cittadini, per rafforzare il senso di identità dei giovani e sventare i rischi legati alla radicalizzazione. Saranno questi gli strumenti nelle mani dell’Unione e degli Stati membri per promuovere l’inclusione sociale di una gioventù con background diversi, attraverso un lavoro preventivo di integrazione che possa “offrire ai giovani nei nostri Paesi un vero senso di appartenenza e che possa far crescere la speranza nel futuro”, come sottolineato dal ministro per l’educazione, la cultura e la scienza dei Paesi Bassi, Jet Bussemaker. Si potrebbe in questo modo tentare di “prevenire la radicalizzazione ed assicurare una capacità rafforzata del lavoro giovanile , la cooperazione con l’istruzione e altri settori pertinenti su questo tema, così come l’emancipazione dei giovani stessi”, hanno sottolineato i ministri.
Tibor Navracsics,commissario Ue per l’educazione, ha evidenziato che in questa sfida all’estremismo le politiche per i giovani, le organizzazioni della gioventù e il volontariato ricoprono una posizione determinante nello sviluppo di competenze e di senso di appartenenza alla società. Il commissario ha dichiarato che svolgerà un ruolo di sostegno, creando una rete di ambasciatori per l’inclusione, diffondendo modelli positivi e cercando figure specifiche che si impegnino direttamente con i giovani nelle scuole. “Un terzo dei giovani europei è a rischio di povertà o emarginazione sociale”, ha riconosciuto Navracsics, e per questo “abbiamo bisogno di una rete di sostegno, tra le famiglie, le scuole, gli operatori sociali, i capi religiosi e altre figure. I giovani devono poter vedere che sono in grado di creare il cambiamento”.
Anche l’alfabetizzazione digitale svolge una funziona basilare, “aiutando i giovani a distinguere tra pareri e fatti e tra propaganda e mondo reale”, ha specificato il ministro Bussemaker. Inoltre, ha aggiunto Navracsics, l’alfabetizzazione digitale permette lo sviluppo del pensiero critico e del parere informato, due chiavi fondamentali per combattere la radicalizzazione violenta.