Bruxelles – Il nuovo accordo sulla protezione dei dati trasferiti dall’Europa agli Stati Uniti, il cosiddetto Privacy Shield, “non è abbastanza robusto”. È un duro colpo quello inferto al trattato dal garante della privacy Ue, Giovanni Buttarelli, che ha criticato l’accordo nato per rimpiazzare il Safe Harbour, il quale era stato bocciato dalla Corte di Giustizia europea in quanto non non aveva fornito un sufficiente livello di protezione dei dati come richiesto dal diritto comunitario.
“Il Privacy Shield così com’è non è abbastanza robusto per resistere a un futuro controllo giuridico dinanzi alla Corte”, ha affermato Buttarelli secondo cui “sono necessari dei miglioramenti significativi”, al fine di “rispettare l’essenza dei principi fondamentali della protezione dei dati, con particolare riguardo ai meccanismi di necessità, proporzionalità e di ricorso”. Per Il garante dei Dati inoltre “è il momento di sviluppare una soluzione a lungo termine nel dialogo transatlantico”.
Il Working Party, un organismo consulente di cui fa parte anche il Garante dei dati, ha pubblicato un parere in cui vengono sottolineati di difetti nel nuovo accordo, tra questi ci sono sei eccezioni, ai sensi del diritto statunitense, che consentono alle autorità di raccogliere in alcune circostanze i dati personali in massa. Il parere non è vincolante per la Commissione europea ma di certo mette una grossa pressione sull’esecutivo comunitario affinché modifichi le parti più controverse.