Ue e Bulgaria, un rapporto in evoluzione
Le aspettative dei bulgari sull’ingresso del loro stato nell’Unione Europea erano altissime, investite di un’aura quasi magica: come sottolinea il Guardian, non è stato proprio così – anche se i cittadini bulgari sono consapevoli che il cambiamento in meglio è in atto, magari non facile e immediato come speravano, eppure anche lì l’euroscettismo inizia a prendere piede. Surprise, surprise.
All’UK serve Mr. Wolfe
Secondo Jesse Norman, all’UE serve “l’uomo che risolve i problemi” – avete capito bene, in pieno stile Pulp Fiction. Il dibattito sulla Brexit ha dimostrato come nessuna delle due parti in causa sia stata in grado di offrire un alto spettacolo di sé, concentrata solo sul breve periodo e per quanto riguarda i politici inglesi solo su questioni interne di partito. Sarebbe necessario fare tabula rasa e pensare al bene dei cittadini e non alle necessità interne di salvare la poltrona: Winston Wolfe, we need you.
Verdun e i suoi morti
Un longform del Le Monde ci guida lungo la storia familiare di “Verdier” – nessun nome, nessuna data. Eppure dietro la lapide bianca c’è la storia di Baptiste Verdier, morto il 19 giugno del 1916 sotto un bombardamento tedesco, e della sua famiglia: foto, lettere e racconti per un ritratto familiare davvero intenso.
Da Verdun a Londra
Un editoriale su El País ricorda come Verdun sia diventata il simbolo di ciò che la cooperazione fra le nazioni europee può ottenere – e di quanto le tensioni interne all’Unione oggi siano sì importanti, ma non raggiungano fortunatamente i livelli degli scontri del passato. 300mila persone non possono essere morte invano, e se ci si guarda attorno si dovrebbe mirare a correggere le imperfezioni dell’UE e non a distruggerne le fondamenta come ad esempio vorrebbero i movimenti populisti o i sostenitori della Brexit in UK.