Bruxelles – Altro passo avanti verso la creazione di una guardia costiera e frontiera europea: la commissione Affari civili del Parlamento europeo ha approvato (40 voti favorevoli, 10 contrari, 5 astenuti) la proposta della Commissione per dare vita alla nuova forza, pur apportando qualche modifica alla proposta iniziale. La principale richiesta degli eurodeputati è quella di lasciare agli Stati la possibilità di decidere se la nuova guardia frontiera debba o meno intervenire in uno Stato membro, mentre l’iniziale proposta dell’esecutivo Ue prevedeva che la nuova forza potesse agire in uno Stato membro anche contro la volontà dello stesso e senza bisogno dell’approvazione del Consiglio. Una modifica in questo senso è già stata chiesta anche dagli Stati.
“La guardia frontiera e costiera europea non è una bacchetta magica che può risolvere la crisi migratoria che l’Ue sta affrontando o restaurare Schengen ma è comunque un primo passo senz il quale il resto delle proposte legislative per combattere la crisi migratoria e salvare Schengen resterebbero una battaglia infruttuosa”, commenta il relato Artis Pabriks, eurodeputato lettone del Partito popolare europeo.
Secondo la proposta del Parlamento europeo, nel caso uno Stato membro non stia mettendo in atto le misure necessarie per difendere i confini esterni o la pressione migratoria stia mettendo a rischio il funzionamento dell’area Schengen, starà agli Stati membri in Consiglio decidere, a maggioranza qualificata, l’intervento della guardia frontiera in uno Stato membro e non alla Commissione, così come previsto dalla proposta iniziale.
I deputati concordano anche sulla necessità che la nuova agenzia abbia un accresciuto ruolo sui ritorni dei migranti irregolari, assistendo gli Stati tecnicamente e dal punto di vista operativo. Il Parlamento sottolinea però che nessuna operazione di ritorno deve essere organizzata verso i Paesi in cui ci sia rischio di violazione dei diritti fondamentali, così da non contravvenire al principio di non respingimento. La commissione Libertà civili chiede anche che la nuova agenzia debba rendere conto del suo operato a Parlamento e Consiglio.
Già da domani inizieranno i negoziati tra Consiglio e parlamento per tentare di trovare una posizione comune.