Londra – Lucy Thomas è Deputy Director di Britain Stronger IN Europe, la maggiore associazione britannica che sta facendo campagna contro la Brexit, il referendum del 23 giugno che deciderà l’uscita o meno del Regno Unito dall’Unione Europea. Parte della sua campagna si basa sul fatto che l’Uk ha una posizione negoziale molto forte nei confronti dell’Europa e potrebbe ottenere maggiore flessibilità in futuro.
Una delle maggiori motivazioni della campagna “Leave” è l’Nhs (National Health System): si sente spesso dire che i soldi inviati a Bruxelles potrebbero essere spesi in maniera differente. Quanto di questo è vero?
Per primo siamo chiari sul cosa succederebbe se lasciassimo l’Unione Europea. È riconosciuto da diverse istituzioni internazionali come la Bank of England, Imf (Fondo Monetario Internazionale), il Ministero del Tesoro britannico, l’Ocse, che ci sarebbe un profondo shock economico. Tutti gli esperti concordano sul fatto che la nostra economia sarebbe profondamente traumatizzata con un buco di 36 milioni di sterline nelle finanze pubbliche. Questo ovviamente segnica che i servizi come l’Nhs avrebbero meno soldi.
Secondo, non bisogna dimenticare che la nostra sanità si basa molto su lavoratori provenienti da tutto il mondo. Quelle provenienti dall’Ue sono centinaia di migliaia e si occupano dei settori più disparati.
Terzo, la contribuzione britannica all’Ue dichiarata dai ‘leavers’, 350 milioni di pound, è falsa. Bisogna anche tenere in considerazione, che se uscissimo e pensassimo di rientrare in accordi speciali con l’Ue come la Norvegia o la Svizzera, non sarebbe lo stesso. Queste due nazioni, pur essendo fuori dall’Unione, contribuiscono al budget dell’Ue. Se si vuole avere accesso al mercato libero bisogna pagare. Quindi l’Nhs e tutti i servizi pubblici saranno peggiori perché la nostra economia avrà un profondo shock.
Lei ha diverse volte sostenuto che il Regno Unito ha la miglior posizione negoziale in Europa, cosa intende?
Noi abbiamo il benefit del libero commercio nel mercato più grande del mondo e la maggior parte dei lavoratori e degli investimenti provengono da questo mercato. Non siamo nell’euro e non siamo nell’area Schengen. L’Uk ha la miglior posizione in Europa e il nostro lavoro è spiegarlo alle persone.
Cosa c’è di vero nella dichiarazione del Premier David Cameron sulla pace nel mondo in caso di Brexit?
L’Unione Europea è stata pensata per assicurare la pace e assicurare che non ci fossero più guerre. È vero che ci sono altre organizzazioni internazionali importanti come la Nato e le Nazioni Unite, ma grazie all’Ue 28 stati lavorano insieme per risolvere problemi globali come il clima e il terrorismo. Ci si siede di fronte ad un tavolo e siamo amici, alleati, a risolvere i problemi. Ovviamente uscire non creerebbe una guerra nell’immediato, ma se si esce sbattendo la porta, si costruiscono barriere, in questo mondo sempre più interconnesso ma anche incerto, si crea instabilità.
I ‘leavers’ sono stati spesso accusati di essere populisti, si trova d’accordo con questo punto?
Credo che nella loro propaganda ci sia molta retorica: spaventano la popolazione dicendo che la Turchia entrerà nell’Unione Europea e che 8 milioni di persone arriveranno domani mattina, ma ovviamente questo non è vero. La Turchia è molto lontana dall’entrare nell’Ue, non rispetta molti criteri e molti stati membri sono contrari. I leavers puntano a spaventare l’elettorato con l’immigrazione.
Non c’è accuratezza nella loro campagna, giocano con le emozioni, con gli immigrati, con il terrorismo, mentre questo dibattito si dovrebbe focalizzare sui fatti, sull’economia e sulla politica.
Come vede l’accordo tra Ue e Turchia sui migranti?
Le migrazioni sono sempre un problema difficile da affrontare e al momento per l’Ue è veramente complicato arrivare ad una soluzione che sia perfetta. La campagna Leave sta cercando di usare questo argomento per spaventare le persone, nonostante l’Uk abbia deciso di prendere i rifugiati direttamente dai campi profughi, dimostrando ancora una volta di avere molta flessibilità nelle scelte.
Le piace l’Unione Europea così come è adesso o vorrebbe vedere dei cambi?
Assolutamente non è perfetta, e chiunque può essere d’accordo con questo, ma c’è spazio per fare delle riforme. In questo particolare momento molte persone in Europa si stanno chiedendo se tutto vada bene. L’Unione Europea sta dimostrando molta flessibilità, basti guardare al primo ministro Cameron che ha chiesto alcuni cambi ottenendoli. Dobbiamo ripensare l’Ue, ma non è abbandonandola che lo faremo, dobbiamo dimostrare flessibilità e spirito di unione.