Un viaggio nel movimento pro-Brexit
Christoph Scheuermann del Der Spiegel ha passato tre settimane assieme ai sostenitori dell’uscita del Regno Unito dall’UE: un giornalista travestito da Brexiteer, che arriva alla conclusione che chi sostiene l’uscita lotti non tanto contro l’Unione quanto contro il tempo, temendo un futuro che vedono troppo lontano dal “glorioso isolamento” che tanto rivorrebbero – che non sarebbe però mai come quello dei loro sogni.
False concessioni?
Secondo Maria Malagardis su Libération, la “generosità” dell’Eurogruppo nei confronti della Grecia si limita a 3,1 miliardi di Euro (non 10,3 come proclamato, dato che 7,2 serviranno per pagare il FMI): la strategia del bastone e della carota senza che esista alcuna carota sembra aver funzionato di nuovo, ma per quanto?
Più controllo sui servizi digitali
Secondo il New York Times l’UE, attraverso la costruzione del Mercato Unico Digitale, pensato per stimolare la lenta ripresa dell’economia europea, darà numerosi problemi a giganti americani del digitale come Apple, Facebook e Netflix – che attualmente dominano il mercato dell’Unione ma che potrebbero essere costretti ad inserire “quote UE” nelle loro produzioni e offerte.
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