Bruxelles – Cosa hanno in comune il candidato alle presidenziali Usa Donald Trump, la leader del Front National francese Marine Le Pen, quello del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e l’ex sindaco conservatore nonché sostenitore della Brexit Boris Johnson? Se diventassero i prossimi capi di Stato o di governo dei rispettivi Paesi di appartenenza creerebbero uno “scenario dell’orrore” nei futuri vertici del G7.
Sta facendo molto discutere il tweet del capo di gabinetto di Jean-Claude Juncker, Martin Selmayr, che sul celebre social network ha scritto: “Un G7 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario dell’orrore che mostra perché è importante combattere il populismo. Con Juncker”. Certo l’account del funzionario mostra il classico disclaimer “All views my own”, ma si tratta comunque del punto di vista del più stretto collaboratore del presidente della Commissione europea che entra a gamba tesa nella politica nazionale di tre Paesi membri e addirittura degli Stati Uniti, cosa che la Commissione, almeno nelle dichiarazioni in sala stampa, afferma sempre di non voler e poter fare.
#G7 2017 with Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? A horror scenario that shows well why it is worth fighting populism. #withJuncker
— Martin Selmayr (@MartinSelmayr) May 26, 2016
“La commissione è membro del G7 e siamo interessati alla sua stabilità e prosperità, allo scopo di promuovere i valori comuni e affrontare le sfide globali insieme”, mentre “il populismo che si focalizza solo su soluzioni nazionali non sembra essere la strada migliore da intraprendere, questo Juncker lo ha detto molte volte”, è stata l’imbarazzata risposta del portavoce della commissione, Alexander Winterstein, che sollecitato dalle domande dei giornalisti in sala stampa, non ha voluto dire se il tweet rispecchiasse soltanto la posizione di chi lo scriveva o fosse condiviso anche dal presidente. “Non vedo insulti e interferenze in campagne elettorali”, e “non entrerò nella twitterologia”, ha tagliato corto il portavoce.