Bruxelles – Un amico, giorni fa, nel parcheggiare la sua auto in una strada di Bruxelles ha fatto quella che a Roma è detta “romanella”: una bottarella alla macchina davanti, una a quella di dietro, per riuscire ad entrare in uno spazio corto, ma non impossibile. Questa pratica, per essere una vera romanella, come in questo caso, non deve provocare alcun danno alle auto ma ai brussellesi li fa impazzire. Non la tollerano, e sono pronti a tutto. E’ quasi una violenza contro la persona e il belga medio si scatena come una furia, indignato e rabbioso.
Così ha fatto il proprietario di una delle auto toccate dal nostro amico, che ha chiamato la polizia. Sì, la polizia di Bruxelles, quella che lotta contro il terrorismo, che si impegna, con scarso successo, a fermare latitanti e potenziali attentatori. E che si lamenta di avere pochi uomini. Però il “Reparto romanelle” ha gli uomini necessari a combattere un crimine tanto grave e odioso. Una pericolosa piaga sociale. Alla chiamata del cittadino hanno risposto cinque agenti, che sono intervenuti sul posto rapidamente.
L’amico nostro, povero ingenuo, chiede ai cinque eroi dell’anticrimine di constatare che non ci sono danni alle auto ma si sente rispondere che “noi siamo poliziotti, non testimoni, non possiamo far nulla in questo senso”. L’utilità della loro presenza, poi così massiccia, comincia a essere messa in dubbio. Poi il cittadino vittima della romanella scrive la sua sulla constatazione amichevole di incidente. Lo fa in fiammingo. L’amico nostro, italiano, in Belgio è registrato come francofono, e per le complesse ma democratiche leggi belghe ha il diritto ad avere giustizia nella sua lingua. Chiede dunque ai poliziotti, prima di firmare, una traduzione di quanto affermato nel documento. “Non siamo traduttori, non possiamo farlo”. Ovviamente i cinque agenti, armati fino ai denti, non avevano neanche una macchina fotografica per registrare le condizioni delle auto.
Cinque persone tolte all’antiterrorismo per combattere la piaga sociale della romanella, con l’utilità che si è vista. Poi uno si domanda come mai Salah Abdeslam dopo gli attentati di Parigi stava tranquillo a Bruxelles ad organizzare gli attentati del 22 marzo…