Bruxelles – Save the Children è fortemente preoccupata per i primi bambini profughi e le loro famiglie trasferite ieri dal campo di Idomeni in altri campi nel nord della Grecia,,dove le condizioni sono disumane e non ci sono servizi adeguati, compresi cibo, acqua e riparo.
“Ieri, quando le famiglie sono arrivate nei nuovi campi, molti bambini, anche piccolissimi, hanno trovato pessime condizioni di accoglienza, con pochissimo cibo e acqua a disposizione e solo quattro servizi igienici completamente sporchi per più di 200 persone, ora destinate ad aumentare,” ha dichiarato Amy Frost, Responsabile di Save the Children in Grecia.
“I nostri team di emergenza hanno distribuito aiuti in uno dei campi e hanno incontrato famiglie costrette a dormire in tende vuote su una coperta che avevano disteso sulla terra nuda. Per l’Europa del 2016 – continua l’attivista – questo è assolutamente inaccettabile.”
A giudizio di Frost “con un coordinamento e una gestione migliore si sarebbero potute evitare simili condizioni preparando adeguatamente i nuovi campi in tempo, invece di sottoporre queste persone a ulteriori e inutili sofferenze. Per molti di loro è un’ennesima terribile esperienza, dopo aver vissuto per mesi o spesso anni sotto la guerra ed essere sopravvissuti ai pericoli del viaggio verso l’Europa. Molti hanno perso ogni speranza, come ci hanno detto in queste ore”.
Save the Children, che martedì sera ha distribuito cibo, pannolini e kit igienici in uno dei nuovi campi per far fronte alla situazione, incontrerà oggi le autorità del Governo greco per identificare i bisogni più urgenti delle persone evacuate da Idomeni e trasferite nei nuovi campi.
“Chiediamo un maggiore coordinamento tra le autorità e le organizzazioni umanitarie perché bambini e famiglie possano accedere urgentemente ai servizi indispensabili di cui hanno bisogno”, continua Frost. “Chiediamo inoltre che le autorità procedano a una registrazione dei gruppi familiari prima di trasferirli da Idomeni, per poter rintracciare i genitori che si ritrovino separati dai figli durante le operazioni. Ieri a Idomeni non c’è stato il coordinamento necessario per garantire la protezione dei bambini, compresi quelli soli, che sono esposti al rischio di sfruttamento e abuso durante l’evacuazione e il trasferimento.”
Save the Children sottolinea che, insieme ai servizi di base e a quelli di protezione specifici per i bambini vulnerabili, è fondamentale garantire alle persone di poter presentare richiesta di asilo e accedere all’assistenza legale e a mediatori culturali in tutti i campi di destinazione.
Negli ultimi mesi, tra 9.000 e 14.000 profughi, il 40% dei quali bambini, hanno vissuto accampati a Idomeni, nei pressi del confine greco con l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (FYROM).
Save the Children è presente e opera nei campi formali e informali nel nord della Grecia con programmi di protezione e nutrizione per i bambini e le loro famiglie, e con servizi di supporto per i minori non accompagnati attraverso il proprio partner locale Arsis.