Bruxelles – C’è voluta una riunione che durasse 11 ore proseguisse fino a tarda notte, ma alla fine i creditori e la Grecia hanno trovato finalmente un accordo sulla revisione del programma di aiuti al Paese, e al conseguente esborso di una nuova tranche da 10,3 miliardi di euro del prestito da 86 miliardi concordato l’estate scorsa, nonché sulle misure da intraprendere, ma solo a partire dal 2018, per ristrutturare il debito ellenico.
Progressi maggiori delle aspettative – “Abbiamo fatto un importante passo avanti sulla Grecia, che ci permette di entrare in una nuova fase del programma di assistenza finanziaria”, ha dichiarato al termine dell’Eurogruppo il presidente Jeroen Dijsselbloem, e “questo va oltre quello che pensavo sarebbe stato possibile non molto tempo fa”. Per ristabilire a Bruxelles il “clima di fiducia” richiesto, il governo di Alexis Tsipras ha dovuto approvare negli ultimi mesi diverse misure di austerità, l’ultimo pacchetto proprio domenica scorsa per mettere in piedi un fondo per le privatizzazioni dei maggiori asset pubblici del Paese e acconsentire alla clausola di salvaguardia che farà scattare tagli di bilancio nel caso in cui gli obiettivi di surplus primario (che dal 2018 deve essere del 3,5%) non dovessero essere rispettati.
La seconda tranche del prestito – La seconda tranche del prestito dall’Esm (il Meccanismo europeo di Stabilità), pari a 10,3 miliardi di euro, “sarà erogata alla Grecia in diversi pagamenti, partendo da una prima erogazione di 7,5 miliardi a giugno, per coprire i costi del servizio del debito e per consentire allo Stato di pagare una parte iniziale degli arretrati, come mezzo per sostenere l’economia reale”. Un secondo esborso da 2,8 miliardi sarà fatto dopo l’estate estate, a settembre o ottobre, “per pagare gli arretrati e gli ulteriori costi del debito”, si legge nelle conclusioni della riunione. I soldi per saldare gli arretrati però “saranno corrisposti a condizione che le istituzioni Ue riportino in modo positivo sul saldo dei pagamenti arretrati”, mentre “quelli al servizio del debito saranno condizionati al rispetto di alcune tappe connesse alle privatizzazioni, inclusa la creazione del nuovo Fondo per le privatizzazioni e gli investimenti, alla governance delle banche, al settore energetico e alla creazione di un’agenzia per le entrate”, si legge ancora nelle conclusioni.
“Usciamo dal circolo vizioso” – “Credo che ci sia motivo di ottimismo e che questo possa essere l’inizio della trasformazione del circolo vizioso della Grecia di recessione-misure-recessione, in una situazione in cui gli investitori hanno un chiaro cammino per tornare a investire in Grecia”, ha dichiarato al termine della riunione il ministro delle Finanze di Tsipras, Euclid Tsakalotos.
La ristrutturazione del debito – La parte più complessa della discussione è stata quella sulla ristrutturazione del debito. L’accordo su questo punto ha fatto sì che il Fondo monetario internazionale, che su questo punto spingeva molto, tornasse a pieno titolo a fare parte del Programma. L’alleggerimento, che esclude un taglio nominale, avverrà a partire dal 2018, e a condizione che il fabbisogno di finanziamento lordo di Atene, ovvero l’entità dei capitali che gli occorrono per attuare le sue spese per il determinato periodo, sia tenuto al di sotto del 15 per cento del Pil nel medio termine e al di sotto del 20 nel lungo.
La scelta del 2018 come inizio di questo processo permette da una parte di attendere la fine del programma, e quindi controllare che Atene abbia rispettato fino in fondo i patti, e dall’altra alla Germania di svolgere le sue elezioni nel 2017 senza avere questo tema sulla tavola. Le prime misure che verranno prese a partire dal 2018 saranno in sostanza accorgimenti tecnici per evitare la volatilità dei tassi di interesse e per ridurre gli interessi del prestito del Memorandum del 2012. Poi si passerà probabilmente a interventi più sostanziosi come il blocco dei tassi di interesse, l’acquisto da parte dell’Esm di parti del debito, e probabilmente l’allungamento, forse anche con periodi di grazia, del periodo di rimborso.
Soddisfatto dell’accordo anche il capogruppo del Partito popolare al Parlamento europeo Manfred Weber, secondo il quale si tratta su “una buona notizia. Anche Tsipras sta realizzando le riforme e la stabilità in Grecia è importante per la stabilità dell’Ue”, scrive in un tweet.
Agreement in #Eurogroup for #Greece is good news. Even Tsipras is putting reforms in place. Stability of GR is important for #EU stability
— Manfred Weber (@ManfredWeber) 25 maggio 2016