Bruxelles – Sporting Braga, cinquant’anni dopo. La squadra vince la coppa nazionale dopo mezzo secolo approfittando delle amnesie difensive del Porto e dalla sua stagione da dimenticare. In una finale condizionata dalle follie difensive della squadra favorita e risolta solo ai calci di rigore, per la terza volta negli ultimi dieci la Taça de Portugal viene assegnata a un team diverso dai grandi tre (Benfica, Porto, Sporting Lisbona), sempre presenti all’ultimo atto della competizione dal 1999 a oggi. Decisivi i rigori, ed in particolare quello realizzato da Goiano per la vittoria finale, ma decisivi soprattutto gli errori nei tempi regolamentari della retroguardia del Porto. Incomprensione tra il portiere Helton e il difensore Chidozie in occasione del vantaggio del Braga: l’estremo difensore esce dall’area ma non chiama la palla, il terzino nigeriano non interviene e Rui Fonte si inserisce tra i due depositando il pallone nella porta ormai sguarnita. Nella ripresa Ivan Marcano riceve palla dal proprio portiere al limite dell’area, Josuè gliela ruba e fa 2-0 ancora a porta vuota.
Nella vittoria storica dei bianco-rossi ci sono i meriti di una squadra, il Braga, in grado di conquistare due finali di coppa di Portogallo consecutivi, ma non si possono negare i demeriti di un Porto mai all’altezza delle aspettative. La seconda forza del Paese non è mai stata in corsa per la vittoria del campionato (ha chiuso al terzo posto, a 15 punti dal Benfica campione e a 13 punti dallo Sporting Lisbona secondo), è uscita subito dalla Champions League, con la coppa nazionale rimasta già a novembre l’unico obiettivo realisticamente conquistabile. Sulla graticola è finito Iker Casillas, portiere titolare della Spagna campione del mondo e bi-campione d’Europa oggi non più insuperabile e protagonista di errori grossolani in patria e fuori: il 24 novembre la “papera” che permette al Dynamo Kiev di espugnare Oporto, condannando i bianco-blu alla “retrocessione” in Europa League. Il 17 gennaio l’errore che costa la sconfitta contro il Vitoria Guimaraes: tiro da dentro l’area non trattenuto, e gol sulla respinta. Il 6 marzo stessa storia, stavolta proprio proprio col Braga, e altra sconfitta del Porto. Uscita dall’area per fermare l’avversario, che però arriva prima sul pallone: dribbling e gol a porta vuota. E’ il 3-1 per i padroni di casa, e su Casillas piovono nuove critiche. Il 30 aprile il Porto ospita lo Sporting Lisbona: in vantaggio per 2-1, gli ospiti chiudono i conti su errore sempre di Casillas: tiro non irresistibile da appena dentro l’area di rigore, il portiere prende la palla, gli scivola via e termina in rete. In finale di coppa Casillas è finito in panchina, ma il risultato non è cambiato.
Il valzer dei portieri poco ha potuto al cospetto di una difesa “ballerina”. I problemi del Porto hanno agevolato la vittoria del Braga, che pure si era complicato la vita dilapidando il doppio vantaggio. Bravo a sfruttare i due regali degli avversari, l’undici bianco-rosso ha patito il ritorno degli avversari: da 2-0 a 2-2, e passaggio obbligato per i rigori dopo due tempi supplementari di contenimento per entrambe le formazioni. Alla fine lo Sporting Braga si conferma la quarta forza di Portogallo, in grado di insidiare le gerarchie del calcio lusitano. Nel giro delle coppe europee ininterrottamente del 2004, un secondo posto in campionato nel 2009, una finale di Europa League nel 2011 (persa col Porto), le due finali consecutive di coppa nazionale lo scorso anno e questa stagione. Viene dunque finalmente premiato il salto di qualità dei bianco-rossi, che espongono in bacheca un trofeo che mancava dal 1966. Merito del buon lavoro fatto in questi anni, e merito di un Porto nella sua annata migliore.