Bruxelles – Potenziare il commercio elettronico eliminando il geoblocking, rendendo più convenienti le tariffe per le consegne all’estero e aumentando la protezione dei consumatori. Questi i pilastri della nuova proposta presentata dalla Commissione europea accelerare nella creazione di un vero mercato unico digitale europeo. Non solo, Bruxelles ha svelato oggi anche la nuova normativa volta ad aggiornare le regole del settore audiovisivo nell’Ue e adattarle in particolare alle piattaforme online.
Secondo i dati forniti dalla Commission Ue, solo il 15% dei consumatori compra online da un altro Paese Ue e soltanto l’8% delle aziende effettua vendite transfrontaliere, nonostante il mercato online stia crescendo ogni anno del 22%. “Prima di presentare questa proposta abbiamo organizzato consultazioni pubbliche e indagini di settore – ha spiegato il vicepresidente Andrus Ansip, responsabile per il Mercato unico digitale – il risultato è stato che, nel complesso, solo il 36,6% di chi ha cercato di comprare prodotti e servizi online è riuscito a far andare a buon fine i propri acquisti. Come possiamo pensare di avere un reale mercato unico se solo un terzo dei consumatori riesce a fare acquisti online?”.
Il geoblocking
Fin dall’inizio del suo mandato, la Commissione europea, e in particolare il vicepresidente Ansip, hanno dichiarato guerra a questa pratica che impedisce ai consumatori di un determinato paese di fare shopping online in un altro paese Ue a causa delle limitazioni geografiche imposte dai negozi online. La proposta dell’esecutivo prevede una normativa che impedisce qualsiasi tipo di discriminazione dei consumatori in termini di prezzi, vendite o condizioni di pagamento, “a meno che questa non sia oggettivamente giustificata per ragioni come l’IVA o disposizioni legali di pubblico interesse”. Il regolamento non impone comunque alle aziende di effettuare consegne in tutte Europa e prevede delle eccezioni per le imprese più piccole. Un’ulteriore eccezione è prevista anche per i fornitori di servizi elettronici (come cloud, website hosting, …), che avranno tempo fino a metà 2018 per adattarsi al nuovo regolamento.
Prezzi di consegna più convenienti
La Commissione vuole aumentare la trasparenza dei prezzi e la sorveglianza regolamentare sui servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi. I prezzi praticati dagli operatori postali per la consegna di un pacchetto in un altro Stato membro sono spesso fino a cinque volte più alti di quelli nazionali, senza una reale giustificazione. Ad esempio, spedire un pacco dall’Austria all’Italia costa in media 14,09 euro, mentre inviarlo dall’Italia all’Austria ne costa in media ben 25. Bruxelles vuole porre rimedio a questa disparità di tariffe, ma ha deciso di non adottare un “approccio orizzontale” limitando i prezzi. “Trasparenza significa che tutte le tariffe saranno visibili” e accessibili attraverso un sito online dedicato, “così chiunque ha spedito pacco potrà confrontare le tariffe offerte”, ha spiegato la commissaria Bieńkowska. L’esecutivo Ue farà poi il punto dei progressi compiuti nel 2019 e valuterà se saranno necessarie ulteriori misure.
Aumentare la fiducia dei consumatori
La proposta di revisione del regolamento conferirà maggiori poteri alle autorità nazionali in modo che i consumatori possano far meglio valere i loro diritti. Le autorità potranno anche ordinare l’immediata rimozione dei siti web che ospitano offerte considerate truffaldine. La Commissione sta inoltre pubblicando orientamenti aggiornati sulle pratiche commerciali sleali per adattarle al mondo digitale. Ad esempio, le piattaforme devono indicare chiaramente che le norme in materia di pratiche commerciali sleali non si applicano ai privati che vendono oggetti, e i motori di ricerca dovrebbero essere tenuti a distinguere chiaramente i link sponsorizzati (paid placement) dai risultati naturali di una ricerca.