Bruxelles – Che siano mari, laghi o fiumi, in Europa, ovunque si capiti c’è poco rischio di sbagliare: nel vecchio continente la quasi totalità delle acque balneabili è di qualità accettabile e la stragrande maggioranza è addirittura eccellente. È quanto emerge dalla relazione annuale sulle acque di balneazione redatta dall’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) che ha analizzato la qualità dei 21.288 siti balneabili dei Ventotto. Risultato: il 96% delle acque nell’Ue nel 2015 rispettava gli standard minimi di qualità. Non solo: in ben l’84% dei siti analizzati, la qualità dell’acqua raggiungeva il livello di qualità “eccellente”. Si tratta del migliore risultato registrato negli ultimi anni: nel 1991 si era ancora al 78%. “Questo è il risultato di 40 anni di investimenti nelle infrastrutture idriche e per la gestione delle acque reflue”, commenta il commissario Ue all’ambiente, Karmenu Vella.
La qualità dell’acqua è risultata eccellente in oltre il 90% dei siti di balneazione di ben otto Stati membri: Lussemburgo (tutti gli 11 siti di balneazione analizzati), Cipro (99,1% dei siti di balneazione), Malta (97,7%), Grecia (97,2%), Croazia (94,2%), Italia (90,5%), Germania (90,3%) e Austria (90,2%). Le acque sono invece risultate di qualità insufficiente solo in 385 siti di balneazione, con un calo rispetto allo scorso anno: la percentuale è scesa dall’1,9% del 2014 all’1,6% di quest’anno.
L’Italia si piazza al sesto posto in Europa per percentuale di siti con la maggiore percentuale di acque di qualità eccellente, migliorando ancora rispetto al settimo posto dello scorso anno. In termini assoluti il nostro è il Paese con il maggior numero di siti di qualità eccellente: ben 4.995. Degli altri 5.581 siti balneabili italiani, 269 hanno qualità buona, 104 sufficiente e 95 scarsa. Quest’ultimo dato rende l’Italia anche il Paese con il numero più elevato di siti di balneazione con una qualità delle acque non soddisfacente, anche se la percentuale rimane bassissima (1,7%) rispetto all’elevatissima quantità di siti balneabili in Italia. A seguire Francia, con 95 siti con qualità delle acque scarsa e Spagna, con 58 siti. Le province in cui in Italia si concentra la maggiore quantità di siti con acqua di qualità scarsa sono Napoli e Reggio Calabria.