Bruxelles – La direttiva su privacy e dati, la General Data Protection Regulation (Gdpr) “è il più grande traguardo degli ultimi anni”. Se ne è detto convinto Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, durante una conferenza stampa a Bruxelles per la presentazione del report annuale del 2015.
La direttiva entrerà in vigore nel 2018 e per arrivare a garantire una protezione completa delle informazioni di tutti i cittadini europei entro i tempi stabiliti, è fondamentale che gli Stati membri e le istituzioni cooperino. “Non c’è solo l’aspetto legale”, ha ricordato Wojciech Wiewiorowski, assistente del Garante, “bisogna considerare anche quello pratico. Per questo, quando incontriamo il personale delle istituzioni, non parliamo di formazione o di aspetti teorici, ma lavoriamo insieme a loro per ridurre i rischi e i reclami degli utenti”. Si tratta di agire in modo concreto, con strumenti comuni “perché i dati sono sbarcati sul digitale già trent’anni fa, è con il rispetto della privacy che ora dobbiamo confrontarci davvero”, ha precisato Wiewiorowski.
Nel 2015 gli sforzi compiuti dal Garante su questo fronte sono stati molti. Primo fra tutti quello di progettare un’app che desse ai legislatori raccomandazioni dettagliate su come adottare le nuove leggi in materia di privacy. È poi stato pensato un kit di strumenti per i legislatori dell’Ue per elaborare i dati personali senza interferire con la riservatezza degli utenti. Inoltre il garante, lo scorso anno, ha anche intensificato le sue attività di cooperazione con gli organi di polizia europei e, dall’1 maggio 2017, affiancherà l’Europol.
Oltre alla privacy, l’attività del Garante si è concentrata sul diritto all’oblio e su quella di fornire una maggiore trasparenza sulle ricerche nei database. “Il consenso al trattamento deve diventare indispensabile, un’espressione genuina di vera libertà. Solo così i cittadini europei potranno dire di poter esercitare davvero i loro diritti, e più facilmente”, ha spiegato Buttarelli.
Per arrivare agli obiettivi serve sinergia fra i Paesi. Alcuni sanno già come applicare le sanzioni contro chi infrange le regole, altri no oppure non sono particolarmente attenti e severi. Da qui a due anni, tutti dovranno essere pronti “anche se, in caso di carenze, gli strumenti del GDP ci consentiranno di correggere e coordinare meglio gli Stati”, ha assicurato il Garante. Sarà una sfida che correrà verso il futuro, dove “non si tratterà solo di essere più severi, ma anche di avere un quadro completo del flusso dei dati, perché questi riguarderanno tutti i settori della nostra vita”.