Bruxelles – Sarebbe dovuto scadere oggi, 23 maggio, l’ultimatum lanciato dalla Commissione europea alla Polonia su rispetto dello stato di diritto, ma fra Bruxelles e Varsavia prevale la linea delle trattative. “La Commissione sta continuando a dialogare con le autorità polacche e spera di trovare delle soluzioni”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas. A quanto pare la Polonia avrebbe proposto un compromesso alla Commissione europea che ora il primo vice presidente, Frans Timmermans sta valutando, ma servirà del tempo. “no le è mai stato dato un ultimatum”, ha assicurato Schinas rispondendo alle dichiarazioni della premier Beata Szydlo.
La Commissione vuole continuare a dare una speranza al dialogo dunque, piuttosto che arrivare a redigere un parere sul rispetto della democrazia in Polonia che per Bruxelles rimane comunque non in linea con i principi europei. Da quando è in carica il governo di destra della premier Szydlo, per l’Unione, le leggi emanate hanno limitato il potere dei giudici dell’Alta Corte e la libertà dei media.
Il fatto che si continui a trattare rimane un buon segno. “Prima si troverà un accordo, meglio sarà”, ha ribadito Schinas che ha poi precisato come rimanga solo al vice presidente Timmermans il potere, nel caso non si raggiungerà un compromesso, di ordinare che il parere venga redatto e che si proceda con l’eventuale richiesta di esclusione della Polonia dal voto nel Consiglio europeo dei ministri.
Eppure nel giorno in cui trovare un accordo sembra essere la priorità della Commissione, è arrivata una ulteriore risposta piccata da parte di Varsavia, con il ministro degli Esteri Witold Waszczykowski che ha ribadito, prima dell’inizio del Consiglio Ue in corso a Bruxelles: “Questa non è l’Unione e non è il tipo di membership che abbiamo concordato”.