Bruxelles – Escluse alcune riserve tedesche sull’uso degli eurobond, l’input lanciato dall’Italia per chiedere che l’Ue acceleri sul versante esterno dell’immigrazione, e in particolare sugli accordi con i Paesi africani, piace un po’ a tutti. Dopo la positiva accoglienza della Commissione europea, oggi gli apprezzamenti sono arrivati anche dai ministri degli Esteri dei Ventotto che, riuniti a Bruxelles, hanno approvato all’unanimità conclusioni che valutano positivamente il cosiddetto ‘Migration Compact’. Per il momento si è fermi a questo: per qualcosa di più concreto occorrerà attendere la comunicazione che la Commissione europea presenterà sul tema all’inizio di giugno e che dovrebbe poi approdare sul tavolo dei capi di Stato e di governo in occasione del Consiglio europeo di fine giugno. Il Consiglio “accoglie con favore la presentazione di proposte innovative da parte degli Stati membri, incluso il ‘Migration compact’ proposto dall’Italia”, recitano le conclusioni approvate all’unanimità dalla riunione dei ministri. Per i ventotto c’è infatti “bisogno di rafforzare ulteriormente il lavoro sulla dimensione esterna delle politiche sull’immigrazione” e di mettere in atto “un approccio geograficamente bilanciato”, che dopo avere chiuso la rotta dei Balcani non dimentichi dunque la rotta del Mediterraneo centrale che rischia di vedere con l’arrivo dell’estate l’ingrossarsi dei flussi.
Oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha portato la proposta anche in Commissione europea, dove ne ha discusso con il vicepresidente Frans Timmermans. “Il lavoro che stiamo facendo è quello per cercare di fare fare un passo avanti per una maggiore efficacia delle politiche europee sulla migrazione” spiega Gentiloni, assicurando: “Ho trovato da parte di Timmermans una grande disponibilità”. Ora resta, e non è poco, da capire come rendere realizzabile il piano nella pratica: “Siamo al lavoro anche per il reperimento delle risorse, che è condizione fondamentale per dare alla comunicazione della Commissione e poi alle decisioni di fine mese del Consiglio europeo la concretezza che è necessaria”, spiega il ministro, specificando però che “l’impostazione che l’Italia e altri Paesi hanno dato è molto condivisa”.
Nella pratica, intanto, i ministri degli Esteri Ue hanno dato il via libera all’estensione del mandato della missione Ue contro gli scafisti al largo della Libia. Estensione sia in termini di tempo, visto che all’operazione rinominata Sofia è stato accordato un anno in più di tempo per combattere il business model dei migranti, sia in termini di funzioni. A breve la missione inizierà a addestrare la guardia costiera libica, così come chiesto anche dal premier designato della Libia, Fayez al-Sarraj. Resta ancora da chiarire dove si svolgerà l’addestramento, vista l’impossibilità, senza una risoluzione delle Nazioni Unite, di entrare nelle acque territoriali libiche: “Lo vedremo quando sarà finalizzato il piano operativo, cioè nei prossimi giorni” ma “immagino che potremo procedere sicuramente in acque internazionali”, spiega l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, specificando però che “questo non esclude altre opzioni”. I ministri si sono detti favorevoli anche a contribuire alla messa in atto dell’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite ma per questo serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.