Bruxelles – Il ritiro delle firme della Sinistra Unita Gue, e il conseguente decadimento della mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle contro la Commissione Juncker, fa infuriare i pentastellati. “La mozione, come da regolamento, era stata inviata a tutti i deputati del Parlamento europeo e quindi non si comprende perché all’improvviso gli esponenti della Gue-Sinistra europea, tra cui gli italiani Barbara Spinelli e Curzio Maltese, abbiano ritirato le firme”, ha dichiarato il capodelegazione del M5S al parlamento europeo Piernicola Pedicini, che ha invitato i deputati della sinistra “a riflettere sul loro gesto, in quanto, oltre a mettere il bavaglio al dibattito democratico su un tema come il diritto alla salute, fanno capire alla Commissione europea che può violare impunemente regolamenti e trattati già in vigore”.
Il Movimento 5 Stelle aveva presentato una mozione di sfiducia contro la Commissione Juncker per la mancata applicazione del regolamento Ue sull’uso dei biocidi, sostanze chimiche disinfettanti che contribuiscono a provocare il cancro. La mozione aveva superato il numero di sottoscrizioni necessarie ad essere portata in Aula: 86 firme, dieci in più del minimo, ovvero 76, un decimo dei parlamentari. Ma dopo che il testo era stato depositato 16 esponenti della Gue hanno ritirato il loro sostegno quando hanno scoperto che la sfiducia era sostenuta anche dall’estrema destra di Marine Le Pen e Matteo Salvini.
“In questo modo antepongono la forma alla sostanza e rischiano di diventare complici dell’industria chimica nel sacrificare la salute umana ed animale in nome di puerili motivazioni legate all’appartenenza ideologica e a pregiudizi di parte”, ha attaccato Pedicini che ha criticato anche Martin Schulz. “Il presidente ha applicato erroneamente il regolamento parlamentare che non prevede il ritiro delle firme una volta che la mozione è già stata depositata e annunciata in seduta plenaria”, ha affermato Pedicini secondo cui “si tratta di un sopruso inaccettabile, di un’interpretazione abusiva del regolamento con cui, esercitando la forza della tirannia maggioritaria, si reprimono i diritti della minoranza”. “A questi abusi – ha promesso – risponderemo con tutti i mezzi legittimi incluso forti forme di protesta non violenta”.