Bruxelles – Continua lo scontro fra Polonia e Unione europea sullo rispetto dello stato di diritto. Il primo ministro polacco, Beata Szydlo, ad appena tre giorni dallo scadere dell’ultimatum lanciato dalla Commissione europea (previsto per il 23 maggio) che chiede al Paese un dietro-front su alcuni provvedimenti controversi, ha fatto sapere che il Paese non intende accettare le richieste di Bruxelles. “Solo i polacchi possono decidere sulla Polonia con piena sovranità”, e per questo lo Stato “non cederà a nessun ultimatum” ha detto Szydlo in un acceso dibattito sul tema in Parlamento.
I toni usati contro Bruxelles dal primo ministro sono forti: “Alcune persone, all’interno della Commissione, vogliono distruggere l’Unione europea, piuttosto che farla sviluppare”, ha spiegato in aula. Si riferisce a quanto successo lo scorso 18 maggio, quando il collegio dei commissari ha incaricato il primo vice presidente Frans Timmermans di redigere la bozza del parere sul rispetto dello stato di diritto in Polonia. Se il Paese non avrà dimostrato progressi entro lunedì prossimo in materia di riforma dell’Alta Corte e dei media pubblici, potrebbe iniziare una procedura che potrebbe portare addirittura alla sospensione del diritto di voto in Consiglio.
Lo stato di diritto in Polonia, secondo la Commissione, è in pericolo per via di diversi fattori. Primo su tutti quello che riguarda la riforma dell’Alta Corte. Il nuovo governo di destra, guidato dal partito Diritto e Giustizia, vuole che il tribunale non veda riconosciute le nomine dei giudici fatte dal governo precedente. Inoltre, secondo quanto ha stabilito lo scorso marzo la Commissione di Venezia (organo consultivo del Consiglio d’Europa) la nuova legge “blocca i lavori dei giudici sottoponendoli al controllo dell’esecutivo conservatore”. Anche la riforma sui media pubblici ha destato critiche dall’Ue, perché le nuove regole prevedono che i dirigenti dei mezzi d’informazione pubblica siano scelti direttamente dal governo. Bruxelles aveva già espresso i suoi dubbi sulle scelte politiche della Polonia in una lettera inviata al governo polacco da Timmermans, lo scorso gennaio.
La sospensione del diritto di voto rimane comunque improbabile, dato che l’Ungheria, nella votazione, si schiererebbe al fianco dei polacchi facendo così in modo che non ci sia l’unanimità necessaria fra gli Stati membri per farla approvare. Intanto, all’interno del Paese, il dibattito fra la destra e l’opposizione si accende. I leader del partito liberale Piattaforma Civica, hanno criticato Szydlo per aver “dissacrato la Costituzione” e “bruciato altri ponti in Europa”.