Bruxelles – Invece di concentrarsi sulla costruzione del Nord Stream 2, bisognerebbe puntare a potenziare la cooperazione energetica fra Ucraina e Russia. Questo in sintesi il messaggio inviato mercoledì dal vicepresidente per l’Unione energetica, Maros Sefcovic, al dibattito “Nord stream 2, why all the fuss?” organizzato dallo European Policy Centre. “Il progetto, così com’è stato annunciato, non è in linea con i principi guida dell’Unione energetica. Presenta questioni problematiche non solo nell’area della sicurezza energetica, ma anche sui principi della legge europea e del mercato” ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue. “Gli aspetti legali sono stati ampiamente analizzati, ma ci sono anche tematiche più ampie che devono fare parte del dibattito, come l’utilità del progetto e le sue implicazioni sulla politica estera” ha continuato Sefcovic.
“Oggi le vie per portare il gas russo in Europa sono utilizzate solamente al 50%”, ha aggiunto il commissario, ma un raddoppio del Nord stream potrebbe rendere finanziariamente non conveniente garantire il funzionamento degli altri gasdotti, come quello che passa dall’Ucraina. “Ci troveremmo nella situazione in cui l’80% del gas russo passerebbe attraverso una sola via – ha detto Sefcovic – sarebbe molto difficile mantenere le altre vie di approvvigionamento senza tariffe adeguate. È difficile sostenere che aumenterebbe la sicurezza energetica in Europa se tre vie venissero potenzialmente ridotte a due o addirittura a una soltanto”.
Non si possono quindi scindere gli aspetti puramente legali ed economici da quelli geopolitici. Secondo il vicepresidente “il dibattito deve essere ampliato dai soli aspetti legali all’efficienza dei costi, fino al bisogno totale di energia in transito e anche a come aiutare l’Ucraina rispettando questi aspetti”. “La cooperazione in aree come la politica energetica è possibile – ha concluso Sefcovic – È importante continuare con le riforme in Ucraina e mantenere il quadro normale delle relazioni energetiche fra Ucraina e Russia”.
Szymon Kardas, studioso esperto dell’Est Europa, ha risposto alle considerazione del commissario Ue dicendo che “il Nord Stream 2, nel caso dovesse essere costruito, porterebbe vantaggi utili solo alla Russia, creando grandi ricchezze non alla singola azienda Gazprom, ma a tutto il paese di Putin, dato che si tratta di una compagnia nazionale”. Secondo Kardas l’accordo di scambio energetico porterà a conseguenze negative sia per l’Europa “costretta ad affrontare spese di costruzione elevatissime e ad aumentare la sua dipendenza con la Russa, sia per l’Ucraina, che non ne trarrebbe alcun vantaggio, anzi verrebbe in tutto e per tutto annientata economicamente” ha concluso lo studioso.