Bruxelles – La Commissione europea vuole promuovere la costruzione di centrali atomiche e lo sviluppo di piccoli reattori in Europa. Lo afferma il quotidiano tedesco Der Spiegel, citando un documento “strategico” dell’esecutivo comunitario per “tutelare il predominio tecnologico nel settore nucleare” dell’Ue.
Il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas però smentisce il giornale, spiegando che “il report va demistificato. la Commissione non ha deciso di procedere sul nucleare, si tratta solo di uno scambio di lettere tra tecnici”. Un’altra portavoce specifica che quella sul mix energetico “è una competenza degli Stati e nulla cambierà. Si tratta solo di un lavoro condotto sulla ricerca sull’energia nucleare e non sull’energia nucleare in sé”. La Commissione, in sostanza “non ha adottato nessuna posizione definitiva. Si tratta di un ‘discussion paper’ della Commissione inviato agli stati sulle possibili aree di ricerca, che sono dieci, e che riguarda anche quella sul nucleare”. Un documento che sarà discusso il 24 maggio dovrà solo aiutare Istituti di ricerca e Unione a stabilire “un documento non vincolante” di programma sulla ricerca.
Il documento, che dovrebbe essere discusso domani dai commissari con competenze in tema di politiche energetiche prima di essere sottoposto al voto del Parlamento europeo, porrebbe le basi della futura politica sul nucleare dell’Unione europea. Secondo il testo, “gli Stati membri devono rafforzare la cooperazione in materia di ricerca, sviluppo, finanziamento e costruzione di reattori di nuova generazione”. L’Ue dovrebbe accelerare in particolare la costruzione di mini-reattori che dovrebbero entrare in funzione da qui al 2030.
Il piano della Commissione inviterebbe anche gli Stati a migliorare le condizioni quadro per investire nell’energia nucleare con l’appoggio del Fondo europeo per gli investimenti strategici, della Banca europea per gli investimenti e di programmi di ricerca europei. Secondo lo Spiegel, l’obiettivo dell’esecutivo Ue sarebbe quello di ridurre la dipendenza energetica dal gas russo, avanzando contemporaneamente con la riduzione delle emissioni di Co2. Il documento sottolinea comunque l’importanza della sicurezza e chiede test di resistenza dei materiali per le centrali più antiche.
“L’idea che i fondi pubblici debbano essere usati per sostenere la ricerca nucleare in Europa è una negazione della realtà: il nucleare è una tecnologia fallita e rappresenta una pericolosa perdita di tempo e di soldi nella lotta contro il cambiamento climatico”, protesta il responsabile europeo di Greenpeace per l’Energia, Bram Claeys. Già sulle barricate anche i Verdi al Parlamento europeo: “La Commissione europea deve definitivamente rinunciare a questa tecnologia fallita e rischiosa e mettere invece l’innovazione e la sostenibilità al cuore della nascente unione dell’energia”, commenta la co-presidente dei Greens, Rebecca Harms.