Bruxelles – La data è vicina. Da venerdì prossimo, 20 maggio, le regole sulla vendita dei prodotti del tabacco cambieranno e seguiranno la direttiva europea del 2014. I fumatori adulti in Europa sono il 25% degli europei, le nuove regole sono dunque destinate a coinvolgere un quarto della popolazione. Fino ad ora però “gli Stati che sono pronti al cambiamento e che hanno uniformato le loro leggi a quelle di Bruxelles sono solo 13 (tra i quali l’Italia, ndr) su 28, quindi meno della metà”, ha spiegato Axel Gietz, direttore degli affari societari della Imperial Tobacco (i produttori, tra l’altro delle sigarette Gauloises, Davidoff e Fortuna), durante una conferenza stampa organizzata oggi (16 maggio) nella capitale belga.
La direttiva prevede che gli Stati membri potranno vendere solo pacchetti con un minimo di 20 sigarette e con una grafica molto diversa a quella a cui i consumatori si erano abituati. Il logo, al posto che scritto in grande e sulla parte superiore della scatola, dovrà essere spostato in basso e reso molto più piccolo. Inoltre, il 65% della confezione sarà ricoperto con immagini e scritte che mettono in guardia sulle malattie che il fumo può causare. Cambiano anche le regole per il tabacco che non potrà più essere venduto in confezioni con meno di 30 grammi all’interno. Spariranno invece dal commercio le sigarette aromatizzate che, dal 20 maggio 2016, non verranno più prodotte. La direttiva non prevede una fase di transizione, ma solo un periodo di vendita prolungata per i prossimi 12 mesi dei vecchi pacchetti già in produzione.
“Siamo molto impegnati sulla strada per soddisfare le nuove regole”, ha detto Gietz, che però ha sottolineato che con una diversità così grande fra i Paesi coinvolti, il processo sarà più lungo del previsto. “In questa fase, serve una chiarezza che al momento manca. Stiamo cooperando con le autorità per essere capaci di adattarci ai cambiamenti nei diversi Stati, non appena si saprà di cosa si tratta”, ha ribadito il direttore che ha ricordato anche la posizione di Imperial Tobacco in Francia dove, la scorsa settimana, la società sussidiaria Seita ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. “Seita ritiene che la nuova direttiva Ue non rispetti la proprietà intellettuale del suo logo, creato nel 1910, e che non tuteli nemmeno il diritto di creare un business né quello della libertà d’espressione, che sono invece previsti dalla Costituzione francese. Per questo abbiamo scelto di agire legalmente”, ha spiegato.