Bruxelles – Una giornata per rinnovare l’impegno internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Ogni anno, il 17 maggio, si celebra una lotta che ha portato tanti progressi nel mondo, ma che ancora si affaccia a nuove sfide. E in cui l’Unione Europea vuole essere in prima linea. Lo ha ricordato l’Alto rappresentante Federica Mogherini: “L’Ue ribadisce il suo fermo impegno a favore dell’uguaglianza e della dignità di tutti gli esseri umani indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.
Mogherini ha ricordato che, nonostante i progressi fatti, “ci sono circa 80 Paesi che ancora oggi considerano reato le relazioni tra persone dello stesso sesso. In molti luoghi le discriminazioni e le violenze nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali sono all’ordine del giorno”. I Paesi che prevedono ancora la pena di morte per omosessualità sono dieci. Mentre in altri 65 si può finire in carcere. La maggior parte degli Stati che discriminano gay e lesbiche si trovano in Africa e Medi Oriente. Per questo l’Unione europea lancia un appello a tutti i governi del mondo, perché “onorino gli impegni internazionali assunti in materia di diritti umani, disconoscano l’intolleranza e promuovano l’uguaglianza sancita nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e in altri strumenti”.
Per Mogherini è stato fondamentale lo sforzo, da lei stessa definito “coraggioso”, dei difensori dei diritti umani, degli attivisti e dei giornalisti che hanno fatto conoscere al mondo le violazioni che le persone Lgbti devono affrontare nella loro vita. “Il loro lavoro è stato essenziale, in ogni fase del processo, per porre tali questioni sul tavolo, documentare abusi e promuovere l’effettiva tutela dei diritti umani fondamentali”, ha detto l’Alto rappresentante.