Bruxelles – Le donne rappresentano l’80% delle vittime del traffico di esseri umani. Vengono vendute per poi essere sfruttate sessualmente. Insieme a loro, chi finisce più spesso nella rete di questa tratta sono i minori. Solo nel 2015, secondo Europol, ne sono spariti 10mila fra quelli arrivati in Europa senza accompagnamento. L’Unione Europea non sta facendo abbastanza per fermare il traffico, e i membri del Parlamento europeo lo sanno. Per questo hanno votato una risoluzione con cui richiamano l’attenzione degli Stati membri sul problema e in cui sottolineano che la Commissione ha fallito non rispettando il calendario degli accertamenti in materia stabilito dalla direttiva approvata nel 2011 per la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani.
“Le ampie misure adottate dall’Unione Europea per affrontare questo vile traffico devono essere fortemente implementate dai governi nazionali, con una raccolta corretta delle statistiche e delle identificazioni delle vittime per darci una visione chiara della situazione per come è davvero”, ha detto Catherine Bearder, del gruppo liberale Alde (Alliance of Liberals and Democrats for Europe).
Per contrastare il traffico di esseri umani è cruciale che le polizie, gli organi giudiziari e il personale medico dei diversi Paesi cooperino. Solo così, le vittime potranno essere identificate in tempo utile per essere assistite. Questo significa dare loro un alloggio, cure mediche, un periodo di recupero di almeno 30 giorni, traduzioni, consulti legali e anche la possibilità di chiedere un risarcimento. Il progetto europeo prevede anche che chi è stato vittima del traffico venga seguito in un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.
“Il nostro approccio di prevenzione dovrebbe essere basato sulla riduzione della domanda. La lotta contro il traffico di umani richiede una stretta cooperazione tra gli Stati membri. Solo lavorando insieme possiamo raccogliere ampi dati per capire i flussi e le tendenze del traffico e mettere in comune le risorse per identificare e punire queste reti criminali internazionali”, ha ribadito Mary Honeyball, la portavoce del gruppo socialista S&D.