Bruxelles – Via libera da parte degli Stati membri al prolungamento, per almeno altri sei mesi, dei controlli ad alcune frontiere interne all’area Schengen. Il consiglio ha adottato la proposta presentata la scorsa settimana dalla Commissione europea per autorizzare Germania, Austria, Svezia, Danimarca e Norvegia ha mantenere i controlli ad alcuni dei propri confini con alti Stati Ue. A motivare la richiesta, le “gravi carenze” che ancora rimangono nella gestione delle frontiere esterne da parte della Grecia. Carenze individuate lo scorso gennaio dalla Commissione europea che, in base alle regole del “Meccanismo di valutazione Schengen” ha lasciato al Paese, a partire dallo scorso 12 febbraio, 90 giorni di tempo per risolverle. Il tempo ormai è scaduto ma la sicurezza delle frontiere esterne, secondo Bruxelles, in Grecia ancora non viene garantita come si deve. Per questo la Commissione ha proposto di fare scattare l’articolo 29 (precedentemente articolo 26) del Codice frontiere Schengen, che consente agli Stati di mantenere i controlli alle frontiere interne per un massimo di due anni (tramite periodi di sospensione di 6 mesi prorogabile non più di tre volte). Proposta oggi accolta dal Consiglio.
Per questo i cinque Paesi potranno mantenere controlli temporanei proporzionati per un massimo di altri sei mesi a confini specifici. La Germania potrà mantenere i controlli alla frontiera con l’Austria, Vienna potrà mantenere quelli al confine con la Slovenia e l’Ungheria. La Danimarca potrà continuare ad effettuare controlli al confine con la Germania, la Svezia in alcuni porti e sul ponte Oresund e la Norvegia nei porti che collegano il paese con Danimarca, Svezia e Germania. A rendere urgente la decisione soprattutto la situazione della Germania che, in mancanza del via libera, da domani sarebbe stata costretta a riaprire le frontiere avendo raggiunto la durata massima di mantenimento dei controlli, reintrodotti lo scorso 13 settembre.