Bruxelles – Il governo danese ha deciso di rompere un lungo periodo di lotta contro gli estremismi senza limitazioni alle libertà civili: l’esecutivo vuole rendere penalmente perseguibili le posizioni dei religiosi che ‘minacciano l’ordine pubblico’ e si prepara anche a redigere una lista nera degli imam stranieri e di altri leader religiosi ritenuti pericolos, che non potranno entrare in Danimarcai. L’elenco sarà stabilito dal Servizio di immigrazione danese (Udlændingestyrelsen – Dis) e comprenderà chiunque sia designato come ‘estremista’ dalle autorità. Il piano del governo prevede di respingere l’ingresso nel Paese per coloro che sono stati promotori del terrorismo o di opinioni antidemocratiche. Alle persone inscritte sulla lista saranno negati i visti e nel caso in cui queste cerchino di oltrepassare le stazioni di controllo lungo i confini del Paese, saranno immediatamente rimandate indietro. Inoltre i ‘discorsi religiosi’ che minacciano la moralità e l’ordine pubblico, sebbene vagamente definiti, saranno criminalizzati.
Il progetto della lista nera è stato presentato per la prima volta a marzo, quando il primo ministro, Lars Løkke Rasmussen, ha promesso di reprimere il discorso religioso che “mina la legislazione danese” e i predicatori che “non rispettano le norme fondamentali nella nostra società”. Questa settimana il ministro dell’integrazione, Inger Støjberg, ha dichiarato al giornale Jyllands-Posten che la lista nera è una mossa “drastica” ma necessaria. Ed ha chiarito il piano: “Semplicemente non permetteremo più l’ingresso ai predicatori di odio in viaggio che ispirano altri ad infrangere i valori danesi. Metteremo in pratica un blocco efficace”.
E’ dal settembre 2011 che in molti Paesi europei le leggi contro il terrorismo si sono susseguite una dietro l’altra, rendendo più facile estradare i cittadini nati all’estero condannati per un reato e impedire alle persone di entrare nel Paese se ritenute una minaccia alla sicurezza nazionale. In Danimarca la promozione del terrorismo è già classificata come reato penale. Ma ciò che preoccupa della decisione del governo danese è l’intenzione di considerare criminali i discorsi antidemocratici e di vietare agli stranieri che predicano idee estremiste l’ingresso in Danimarca. Secondo un sondaggio d’opinione del quotidiano Jyllands-Posten, il 55% dei danesi è favorevole a criminalizzare i discorsi religiosi che rappresentano una minaccia ai valori della loro società.
Jacob Mchangama, direttore del think tank Justitia, ha definito la proposta del governo “una forma di controllo mentale”. “E’ davvero poco chiaro che cosa (si qualifichi come) opinione antidemocratica e perché non è permesso avere queste opinioni”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ritzau. Mchangama, parlando al Jyllands-Posten, ha criticato la decisione dell’esecutivo: “E’ un paradosso che il governo applichi queste limitazioni solo al discorso libero che riguarda i predicatori religiosi. Ciò significa che un nazista che sostiene la persecuzione degli ebrei può accedere senza ostacoli mentre un leader religioso non può”.